Kepler scopre altri esopianeti, la Nasa rivela il numero: ora siamo a quota 4034

Una rappresentazione artistica di un esopianeta
di Enzo Vitale
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Domenica 18 Giugno 2017, 20:41 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 20:28
Altro giro, altro annuncio, altra sensazionale scoperta. Si è presentata così la nuova conferenza stampa indetta dalla Nasa per oggi, lunedì 19 giugno. Ma stavolta solo fiato alle trombe, la notizia interessante, alla fine è stata solo che il numero degli esopianeti scoperti dal telescopio spaziale Kepler si è ampliato: da 3.500 oggetti potenzialmente interessanti si è passati a 4.034. Si aggiungono alla lista altri 219 oggetti, di cui 10 con caratteristiche simili alla Terra.

IL NUMERO, QUANTI SONO?
«Quanti sono i pianeti simili al nostro nella Via Lattea, la nostra galassia?», ha esordito Susan Thompson, coordinatrice del catalogo presso il Seti Institute di Mountain View, in California. Grazie ai dati di Kepler, un gruppo di ricerca,oltre a diffonderne il numero, è riuscito anche a elaborare le caratteristiche di questi possibili parenti della Terra. L'elenco è stato diviso in rocciosi (delle dimensioni più o meno del nostro pianeta) e quelli gassosi più piccoli di Urano.


IL SUMMIT
All'incontro  presso il centro di ricerca Ames della NASA nella California della Silicon Valley hanno partecipato Mario Perez (ricercatore Nasa a Washington del programma Kepler);  Susan Thompson (ricercatrice Nasa presso il SETI Institute di Mountain View in California); Benjamin Fulton (ricercatore presso le Università delle Hawaii a Manoa e al Caltech,California Institute of Technology a Pasadena) e  Courtney Dressing (collega di Carl Sagan).

L'AMBITO DI RICERCA
Il telescopio spaziale Kepler è stato lanciato nel 2009. Dopo una serie di peripezie iniziali, ha cominciato a scoprire e poi studiare pianeti di diverse dimensioni e più o meno vicini alla cosidetta zona abitabile (l'intervallo di distanza tra un pianeta e una stella dove l'acqua potrebbe esistere allo stato liquido). Nei dati raccolti durante la sua missione, Kepler ha rilevato centinaia di pianeti e candidati allo status di pianeta, che variano per dimensioni e distanze orbitali dalle proprie stelle madri. Tra le tante novità emerse c'è quella che nella nostra galassia (la Via Lattea), ci potrebbero essere più pianeti che stelle!


(Gli esopianeti suddivisi in base al metodo di scoperta e al tipo di pianeta. Fonte: NASA/Ames Research Center/Natalie Batalha/Wendy Stenzel)

UN PO' DI NUMERI
Fino ad ora gli esopianeti scoperti fuori dal nostro Sistema Solare erano circa 3.500 e il numero aumenta sempre di più. Ad oggi il numero si è attestato a quota 4.034. Tra le tante cose che la sonda Kepler ci ha fatto capire c'è ne è una fondamentale: esistono Sistemi solari tipo il nostro, ma anche Sistemi molto diversi. Il Sistema Solare, come lo conosciamo, non rappresenta una regola fissa, è uno dei tanti. Ogni stella messa sotto osservazione, infatti, ospita una serie di pianeti che le orbitano intorno. Se andiamo avanti con le caratteristiche sappiamo che i pianeti più simili alla nostra Terra sono, per adesso, almeno una trentina.

PARLA L'ASTROFISICA ITALIANA
Isabella Pagano, astrofisico dell'Osservatorio di Catania, commenta gli ultimi dati della Nasa: «Ho letto la press release, è quello che mi appare più  importante èil fatto che hanno rianalizzato tutti i dati di Kepler (anche quelli vecchi) rendendo più solide le conclusioni.  Dalla valutazione di insieme delle proprietà dei pianeti scoperti emerge a questo punto con significatività statistica l'esistenza di pianeti rocciosi (quindi in questo simili alla Terra) ma di dimensione simile a quella di Nettuno (che è in pianeta gassoso). La natura quindi ci appare sempre complessa, e i risultati odierni sono uno stimolo ulteriore per chi lavora a esplorare i meccanismi attraverso  i quali  si formano stelle e pianeti».

(Isabella Pagano, astrofisico dell'Inaf all'Osservatorio di Catania)

SI ATTENDE IL TELESCOPIO SPAZIALE JAMES WEBB
Ma per una più accurata ricerca e per avere risposte certe, riferite ad una eventuale presenza di atmosfera, servono strumenti più potenti di quelli in dotazione di Kepler. Quelli attualmente in servizio permanente effettivo non bastano. Nell'ottobre 2018 sarà lanciato il telescopio spaziale James Webb, un "mostro" di quasi sette metri di diametro, definito dagli stessi ricercatori il successore scientifico di Hubble, che tante soddisfazioni ha già dato. E allora ne vedremo sicuramente delle belle. Gli esopianeti scoperti fino ad ora hanno dato grandi soddisfazioni, ma la caccia al pianeta più incredibile continua: si attende solo il gemello della Terra più gemello di tutti gli altri.


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