Juno svela i misteri della Macchia rossa di Giove, la tempesta più grande del Sistema Solare: le prime foto Video

La grande macchia rossa di Giove
di Enzo Vitale
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Lunedì 10 Luglio 2017, 22:04 - Ultimo aggiornamento: 16 Luglio, 21:05

Quella tempesta è la tempesta perfetta. E' un "ciclone" lontano dal nostro pianeta tra i 590 e i  970 milioni di chilometri, ovvero la distanza minima e massima fra la Terra e Giove.
E quell'enorme uragano altri non è che la Grande Macchia Rossa del gigante gassoso del Sistema Solare che dura, secondo gli studi degli astronomi, da almeno 350 anni.
 

 
(Le foto in alta definizione della Nasa)

LA MACCHIA ROSSA VISTA DA VICINO
A poco più di un anno dall'entrata nell'orbita del re dei pianeti (la sua missione è iniziata nel 2011), la sonda Juno della Nasa ha realizzato il suo volo più importante: il passaggio ravvicinato sull'enorme tempesta che misura oltre 16 mila chilometri di larghezza. Gli strumenti della sonda hanno scattato le immagini da una distanza davvero mai raggiunta prima: solo 3.500 km sopra lo strato più esterno di nubi di Giove.  L'appuntamento c'è stato martedì 11 luglio alle 3,55 del mattino (ora italiana).


(La simulazione in tempo reale, credit Nasa Live)

IL RESPONSABILE DELLA MISSIONE
«La misteriosa Grande macchia rossa è probabilmente la caratteristica più nota di Giove -aveva detto ai media Scott Bolton, responsabile della missione Juno presso il Southwest Research Institute di San Antonio-. Questa enorme tempesta ha infuriato per secoli sul più grande pianeta del Sistema solare e ora, per la prima volta, la sonda attraverso i suoi strumenti scientifici, in grado di penetrare le nubi, vi si tufferà dentro per vedere quanto sono profonde le radici della tempesta e per capire come funziona e cosa la rende così speciale».

(Scott Bolton, responsabile della misione Juno della Nasa, credit Ny Times)

TECNOLOGIA ITALIANA A BORDO
Ci sono due gioielli made in Italy tra i protagonisti della missione Juno della Nasa sul pianeta Giove. A bordo della sonda vi è infatti un concentrato della migliore tecnologia del nostro Paese. Il cuore della sonda si chiama Jiram (Jovian InfraRed Auroral Mapper), uno spettrometro ad immagine infrarosso che ha lo scopo di analizzare osservare da vicino Giove per capirne formazione, evoluzione e struttura. È stato proprio Jiram a catturare le spettacolari aurore polari del pianeta, e sarà sempre lui ad analizzarne gli strati superiori dell’atmosfera. L’altro italico gioiello si chiama KaT (Ka-Band Translator), e ha lo scopo di determinare la struttura interna del pianeta attraverso la misura del suo campo di gravità.
Le apparecchiature sono state sviluppate grazie all’Asi (Agenzia spaziale italiana) e realizzate, rispettivamente, da Leonardo-Finmeccanica nello stabilimento di Campi Bisenzio in Toscana (con il supporto e la responsabilità scientifica dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali (Iaps) dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf)), e da Thales Alenia Space Italia, joint venture tra Leonardo e l'azienda francese Thales, con il supporto del team scientifico della Università di Roma La Sapienza.

(La grande Macchia Rossa confrontata con le dimensioni della Terra. Credit Nasa Jpl)

SOTTO CONTROLLO FIN DAL 1830
La grande macchia rossa di Giove è osservata da più di cento anni. Le osservazioni più credibili risalgono al 1830 ma solo nel febbraio 1979 si sono avute immagini più dettagliate rispetto agli strumenti ottici terrestri, quando Voyager 1 passò a 9,2 milioni di km da Giove trasmettendo a terra le prime foto dove erano riconoscibili dettagli nuvolosi delle dimensioni minime di 160 km. Ma dopo il passaggio ravvicinato di Juno, gli innumerevoli dubbi sulla grande macchia rossa potrebbero essere finalmente svelati.

LE PRIME IMMAGINI
Le prime immagini ravvicinate della Grande macchia rossa, visto che il fly-by di Juno ha avuto successo, sono già state rilasciate e nei prossimi giorni ne verranno rilasciate altre ancora più interessanti, si spera.
Ecco dove scaricare le foto in alta definizione.
Va ricordato che le immagini sono state catturate da JunoCam, uno strumnento a bordo della sonda, e sono state elaborate anche con il contributo dei cittadini su invito della Nasa. «Sono le migliori immagini mai ottenute di questa singolare tempesta -ha ancora commentato Scott Bolton-.  E' la tempesta più grande, più violenta e longeva del Sistema Solare ed 'è molto diversa da qualsiasi altra cosa che abbiamo mai studiato».

LA MACCHIA MENO FAMOSA


Questa immagine è stata elaborata su un immagine grezza di Gerald Eichschadt, un matematico che lavora come professionista del software e scienziato dilettante.
Anche se in questi giorni la Grande macchia Rossa ha rubato i titoli e l'attenzione dei media mondiali, questa foto probabilmente è  altrettanto interessante. Si tratta di una tempesta di diametro di 8000 km che è stata presente su Giove dalla metà degli anni '90, una sorta di anti macchia rossa grande circa la metà. Anche in questa circostanza le tempeste terrestri fanno sorridere.

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