Sondaggio sui partiti: italiani pronti a dare fiducia a un leader donna

Palazzo Chigi
di Maria Latella
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Domenica 16 Luglio 2017, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 20:18
Un ircocervo, una leader donna ma dalla femminilità non aggressiva. Una leader materna, matura, autorevole e rassicurante. Con l’energia e la voglia di lanciarsi in una nuova start up. Metà Merkel e metà Macron.
Gli italiani in politica le hanno provate davvero quasi tutte e ora un sondaggio commissionato dalla Fondazione Bellisario a Euromedia Research mette in luce il bisogno che più di ogni altro oggi sembra rispondere alle esigenze dei cittadini: il bisogno di cura. In un Paese che crolla materialmente, dai terremoti ai crolli di palazzi in pieno centro, la metafora di un crollo più grande e inquietante induce a chiedere protezione. Per questo gli italiani guardano a una figura in grado di trasmettere moderazione, pazienza e autentica attenzione al bene comune. E per questo una leader donna potrebbe incrociare le loro aspettative.

Donna, ma senza un passato di partito. Con competenze solide e proveniente dalla società civile o dall’impresa. Alla domanda secondo lei è possibile creare una nuova formazione politica guidata da una donna? Ha risposto “Sì” il 42.1 per cento degli intervistati e “No”, il 40,9. Lo scarto è minimo ma per la prima volta i favorevoli a una donna leader superano i contrari. Tra gli elettori dei partiti maggiori, i più entusiasti sono i leghisti, anche se c’è un 54 per cento di favorevoli conteggiati alla voce “altri partiti” vale a dire Mdp di Bersani, Sinistra Italiana e altri.
Ben il 51,8 per cento dei leghisti, dunque, crede a una start up politica con una leader donna. Molto convinti anche gli elettori di Forza Italia, 49,8 per cento. Non a caso tra i nomi indicati per la possibile leadership, Marina Berlusconi si piazza al secondo posto.



Un po’ a sorpresa, invece, gli elettori del Pd (44 per cento) e del Movimento 5 stelle (38,3 per cento) sembrano lievemente piu’ prudenti rispetto a una start up a guida femminile.
Come spiegare il ricorso ad una figura autorevole ma materna in questa fase della storia italiana? Come si diceva, alle donne si riconosce l’attitudine al prendersi cura, e anche la capacita’ di vigilare, di avere mille antenne in grado di captare il pericolo. Ricollegandosi alla metafora dei palazzi che crollano, Alessandra Ghisleri ricorda come spesso siano state proprio le inquiline a segnalare che qualcosa, in quello stabile, le preoccupava. Perche’, osserva la direttrice di Euromedia Research, le donne non sottovalutano. E si attivano.
Ecco dunque che, in una fase della storia italiana in cui si percepisce piu’ di uno scricchiolio del Paese, gli italiani, o almeno quelli sondati, guardano con fiducia a una leadership femminile.



Dall’elenco stilato emerge però un’identikit preciso. La selezione riguarda donne mature, tra i 50 anni e i 60 anni. Donne note per la competenza nei loro settori, non “famose per essere famose” .
Ai campioni sondati non e’stato sottoposto alcun elenco. I nomi li hanno fatti loro, liberamente. Non sorprende, ovviamente, il secondo posto di Marina Berlusconi, ci sono nomi di personaggi televisivi come Milena Gabanelli, Maria De Filippi, Bianca Berlinguer, o donne spesso citate come Emma Marcegaglia, Samantha Cristoforetti, Lella Golfo, un’artista amata e impegnata come Fiorella Mannoia.



Quel che colpisce pero’ e’ un’altra cosa. Alla domanda “avrebbe suggerimenti su una figura femminile non politica che potrebbe guidare una nuova formazione di successo?” gli intervistati segnalano al primo posto Fabiola Gianotti.
Fabiola Gianotti, classe 1960, fisica, direttrice generale del Cern di Ginevra. Un nome noto ma certo non un personaggio televisivo e neppure in cerca di facile notorieta’. Il messaggio e’ chiaro: vorremmo qualcuna che si e’ fatta davvero da sola, possibilmente all’estero perche’ cosi siamo sicuri che i suoi successi non siano frutto delle solite reti autoreferenziali. Una persona caratterizzata dall’autenticita’, una con una storia sua. E lontana dalla politica.



Per gli intervistati del sondaggio promosso dalla Fondazione Bellisario, la politica oggi e’ “vecchia” , e lo pensano uomini e donne quasi in egual misura. Per il 24,4 per cento di entrambi i sessi, la politica e’ addirittura finita, o inutile. Solo il 5,2 per cento degli uomini la considera necessaria per la vita democratica del Paese. Ma in questo caso le donne si mostrano piu’ sagge: quasi il doppio, il 9.8 delle intervistate, la considera ancora necessaria.
La competenza e una forte scossa, ecco quello che servirebbe, segnalano i sondati da Euromediaresearch. “C’e’ una donna coraggiosa, pronta a intraprendere la battaglia come ho fatto io per la legge sulle quote di genere? - si chiede la presidente della Fondazione Bellisario, Lella Costa - La verita’ e’ che bisogna essere realisti. Oltre alla buona volonta’ per far decollare un movimento servono i fondi. E quindi serve una grande alleanza, tra donne e uomini che abbiano a cuore l’interesse del Paese” .

L’alleanza tra uomini e donne, almeno dai dati emersi dal sondaggio, sembrerebbe il problema minore. Il vero ostacolo, piuttosto, sta nel convincere non gli elettori ma l’establishment italiano. E, ovviamente, quei leader di partito che, volenti o nolenti, almeno in seconda battuta e almeno in parte dovrebbero sostenere la start up cosi come socialisti e Republicains alle fine hanno fatto in Francia. Vasto programma, avrebbe detto il generale De Gaulle.
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