Va detto che le prime due linee della metropolitana, così come le ferrovie urbane gestite da Atac, in questi giorni stanno viaggiando a ritmi ridotti. Non solo per il taglio estivo delle corse, programmato ogni anno dalla partecipata del Campidoglio, ma anche per la mole di guasti segnalati.
TEMPI D'ATTESA
Qualche numero: la linea A in teoria ha a disposizione 33 treni; ieri ne circolavano appena 17, anche se la programmazione estiva ne prevede almeno 26. Numeri simili si sono registrati sulla metro B, quella dove è avvenuto l'incidente del 12 luglio. In sostanza, viene rimandato nelle rimesse un convoglio su tre. Con inevitabili ripercussioni sulle corse e sui tempi d'attesa dei passeggeri.
La sequela interminabile di guasti e soppressioni è determinata anche dal fatto che i mezzi delle prime due linee della metro romana sono estremamente datati. Sulla metro A l'età media dei convogli è di 12 anni. Va ancora peggio alla B, dove i treni sono stati prodotti quasi vent'anni fa, e sulle ferrovie urbane: i convogli della Roma-Viterbo hanno più di 23 anni, sulla Termini-Centocelle (la vecchia Roma-Giardinetti), i treni hanno oltre 60 anni, mentre sulla malandata Roma-Lido, definita dalla classifica di Pendolaria la peggior linea d'Italia, i treni hanno superato i 19 anni. Tra i mezzi di superficie, i bus hanno in media 11 anni, mentre i tram superano i 33 anni.
FRENI E MOTORI
Inevitabile, in questa situazione, il ricorso continuo alla manutenzione. Anche se spesso e volentieri mancano i pezzi di ricambio, perché Atac negli anni ha accumulato un debito di oltre 350 milioni di euro con i fornitori che, non pagati, spediscono le scorte a singhiozzo. Ecco allora che sulla metro A si guastano quasi sempre gli «inverter», i sistemi di accensione dei motori; mentre sulla B i guasti più frequenti riguardano le «Bcu», le centraline che permettono la frenatura del convoglio. E dopo l'incidente di mercoledì scorso, ora a spopolare tra le lamentele dei macchinisti sono gli specchietti retrovisori.
L. De Cic.