Roma in declino per 3 elettori su 4, male strade e rifiuti: il sondaggio

Roma in declino per 3 elettori su 4, male strade e rifiuti: il sondaggio
di Enzo Risso
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Domenica 6 Agosto 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 7 Agosto, 00:57

Roma caput mundi? Era così per Cicerone, Orazio, Ovidio e Virgilio. Per i romani di oggi, invece, la situazione è un po’ meno rosea e la sensazione di essere il centro del mondo è, decisamente, più sbiadita. Per i tre quarti dei romani (76%), infatti, la città sta lentamente regredendo. 

Il segno del declino è avvertito, innanzitutto, dai Millennials (80%) e dai ceti medio-bassi (81%). L’ottimismo sulla città è espresso, in maniera un po’ più convinta solo da poco più di un terzo degli elettori Cinquestelle (37%). Anche tra le fila grilline, purtuttavia, il tratto dominante è quello pessimistico: il 48% avverte la fase declinate della città. Sul futuro di Roma, sulle sue potenzialità di crescita, ci scommettono in pochi: solo il 20% dei romani. Lo sguardo accigliato è condiviso sia dai trenta-quarantenni della generazione X (con il 76% di sfiduciati), sia dai cinquanta-sessantenni, la generazione dei baby-boomers (82% di sfiduciati). 

GENERAZIONI
Solo tra i Millennials, i ragazzi under 30, il livello di sfiducia sul domani della città è un po’ più calmierato, con il 32% dei giovani pronti a scommettere sul futuro della capitale. Le appartenenze politiche e le partigianerie incidono, ovviamente, sulle visioni del futuro. I più critici sono gli elettori di centrodestra (91% di sfiduciati), seguiti da quelli di centrosinistra (87% vede nero). Gli elettori grillini sono solo parzialmente meno sfiduciati sul futuro: tra di loro i pessimisti restano la maggioranza, ma si fermano a quota 61%. Sulle visioni disfattiste incombono diversi macigni. 
In vetta alla classifica delle preoccupazioni ci sono il tema dei rifiuti (vissuto come un’emergenza dal 56% dei romani) e quello del trasporto pubblico (segnalato come una priorità dal 45% dei cittadini). L’agenda delle apprensioni, tuttavia, non si ferma qui.

A far indossare le ali alla sfiducia partecipano altri aspetti del vivere urbano. Le condizioni delle strade, d esempio, angustiano il 29% dei romani, ma dare fiato alle ansie dei cittadini ci sono i due sempreverdi capitoli della criminalità (24%) e dei flussi migratori (24%). A seguire incontriamo l’annoso tema del decoro urbano, che attanaglia la coscienza del 23% delle persone. Nella classifica dei fattori che preoccupano i romani incontriamo due tratti di portata più generale, tra loro correlati: da un lato, il problema, irrisolto, del vuoto di classe dirigente (22%); dall’altro lato, la sensazione di inesperienza che emana l’attuale prima cittadina di Roma (19%). I temi storici della città, come quelli del lavoro e del traffico, oggi sono, nella media delle opinioni, sopravanzati da altre priorità. In realtà, questi fattori critici non scompaiono dall’agenda setting urbana. 
FATTORI SOCIALI
La scala delle priorità non è uguale per tutti e a marcare la differenza sono l’appartenenza all’una o all’altra classe sociale e ai diversi segmenti generazionali. Per i ceti medi, ad esempio, rifiuti e trasporto pubblico sono i temi al calor bianco. Per i ceti bassi, invece, il problema del trasporto (27%) viene dopo il lavoro (38%), la criminalità (32%) e l’immigrazione (29%). Per i Millennials, il trasporto pubblico è la vera priorità (63%). Differente è l’agenda della generazione X, per la quale criminalità e immigrazione sono molto importanti. Ancora differente è la scala di priorità per i baby boomers, tra i quali il vuoto di classe dirigente è molto sentito. La classifica delle preoccupazioni è, ovviamente, filtrata dall’appartenenza politica.

Gli elettori grillini, ad esempio, sono più benigni su rifiuti e trasporti, mentre premono l’acceleratore su immigrazione e criminalità. I fan del centrodestra, invece, puntano il dito sulle condizioni delle strade e, immancabilmente, sull’immigrazione. Gli elettori di centrosinistra, infine, denunciano le pessime performance in fatto di decoro urbano, ma anche l’inesperienza della sindaca Raggi e la mancanza di investimenti per il futuro. 

FRENO TIRATO
Nonostante le angolature e le partigianerie, il quadro che emerge su Roma è quello di una città affaticata, che sta viaggiando con il freno a mano tirato, schiacciata dalle difficoltà di governo del quotidiano, ma, più complessivamente, avvolta in una carenza di futuro e di sguardo dinamico al domani. Una capitale in cui, oltre ai problemi complessi dell’essere metropoli, sembra aggiungersi, come un fardello di non poco conto, un annoso vuoto di classe dirigente (tra l’altro per il 54% dei romani il modo di amministrare dei Cinquestelle è ritenuto simile a quello degli altri partiti). Un vuoto che genera non poche ombre sia sulla reale possibilità di affrontare i problemi sul tappeto, sia sulla possibilità di generare una nuova stagione di dinamismo e rilancio economico, culturale ed egemonico della Capitale.

NOTA METODOLOGICA
L’indagine quantitativa è statacondotta mediante interviste online con metodo CAWI(Computer AssistedWebInterview), all’interno di un campione di 800 soggetti maggiorenni residenti a Roma.

Le interviste sono state somministrate tra il 31 luglio e il 2 agosto 2017. I metodi utilizzati per l’individuazione delle unità finali sono di tipo casuale, come per i campioni probabilistici.Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall’ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età, livello scolare e partito votato alle ultime elezioni. Il margine d’errore statistico dei dati riportati è de l4,4% a un intervallo di confidenza del 95 %.

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