I NUMERI
«Come detto – proseguono – le nostre strutture della Diocesi di Foligno ricevono una ventina di richieste, sia dal territorio, che dall’Umbria che da fuori regione, per casi segnalati come violenze sulle donne. Da questo primo nostro step parte un lavoro di filtraggio e approfondimento di ogni dettaglio delle diverse situazioni segnalate. Ciò consente, attraverso la fase successiva che è quella che coinvolge forze dell’ordine, servizi sociali, Tribunale dei Minori, Centri Antiviolenze, di giungere alla definizione di quelle situazioni più complesse che verranno poi avviate ai percorsi previsti sia per la tutela della donna vittima di violenze che per i figli che subiscono a loro volta soprusi. La nostra azione di accoglienza viene affrontata attraverso il confronto con i nostri specialisti e con loro da psicologi, psicoterapeuti e, nel caso di persone straniere, da mediatori. Attraverso questa attività quotidiana – sottolineano Masciotti e Ciarma – siamo un punto di riferimento regionale sia attraverso la Diocesi guidata dal vescovo Gualtiero Sigismondi che mediante il progetto Arca che ci permette di gestire, attraverso case protette, le donne vittime di violenza che vengono quindi inviate in luoghi tecnicamente anonimi dove possono tornare alla normalità. Luoghi che si trovano tanto sul territorio regionale quanto su quello extraregionale e che vengono individuati di volta in volta così – concludono dalla Caritas Diocesana di Foligno – da evitare l’individuazione della vittima». Numeri complessi, quelli affrontati quotidianamente dalla Caritas di Foligno che riassumono storie di persone che vivono situazioni terrificanti. Casi di uomini che odiano le donne che coinvolgono anche i figli della coppia che diventano a loro volta bersagli senza colpe di storie destinate alla fine che potrebbero complicarsi fino all’estremo. L’azione di accoglienza della Caritas, così come quella svolta da tutti gli altri soggetti ed enti preposti, diventa una importantissima forma di prevenzione attiva prima che sia troppo tardi.
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