Israele, via al Watec 2017: droni e pannelli solari sfidano la siccità

Il lago della Duchessa in secca
di Gianluca Perino
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Lunedì 11 Settembre 2017, 23:19 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 16:40
Sempre meno piogge. E un fabbisogno di acqua che cresce costantemente, coinvolgendo aree della terra che prima erano al sicuro. La sfida alla siccità parte da Tel Aviv, dove si sono dati appuntamento per il Watec Israel 2017 scienziati, esperti del settore, aziende e politici. Sul tavolo i temi più urgenti: la necessità di incrementare la desalinizzazione, il riciclo delle acque reflue, la difesa dell'ambiente e l'applicazione delle nuove tecnologie allo sfruttamento e alla condivisione di questo bene primario. Con un occhio di riguardo alle realtà più depresse.

I NUMERI
Secondo un recente studio dell'Oms (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) sarebbero infatti oltre settecento milioni le persone che non hanno accesso a fonti di acqua potabile, e di questi oltre la metà vive in Africa. Se poi si parla di acqua sicura, subito disponibile a casa, i numeri diventano ancora più grandi: nel mondo (rapporto Oms-Unicef 2017) tre persone su 10, ovvero 2,1 miliardi, sono di fatto tagliati fuori.

L'obiettivo quindi è duplice: portare l'acqua dove non c'è ed utilizzare meglio, anche riciclandola, quella che transita nelle zone con meno problemi. Ma per farlo, secondo quanto diranno oggi e domani a Tel Aviv molti degli esperti che prenderanno parte al Watec, la parola chiave è una: le nuove tecnologie. Una strada già intrapresa e che può contare su esperienze fatte un po' in tutto il mondo. Dai pannelli solari che "puliscono" l'acqua in Messico ai progetti israeliani in India e Vietnam (fogli di plastica per condensare l’acqua dall’aria calda), fino alle esperienze italiane con sistemi di sensori al suolo per rilevare lo stress idrico della terra e l'irrigazione con i droni. 
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