Neri Marcorè: «Con Risorgimarche siamo passati da un hashtag alla comunità reale»

(Foto di Paolo Rizzo/Ag.Toiati)
di Federica Macagnone
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Martedì 12 Settembre 2017, 23:24 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 11:37

Da un'hashtag virtuale a una comunità reale per far rinascere i territori duramente colpiti dal terremoto: #risorgimarche ha già incassato il primo successo ed è pronto a fare il bis per il 2018. Tredici concerti e un promotore marchigiano doc, Neri Marcorè, che con passione ha pensato di riportare la gente nei parchi della regione duramente ferita al cuore. Una piccola grande rinascita che passa anche attraverso il web, come ha raccontato lo stesso attore ospite della Social Media Week. 

«È stata una manifestazione perfetta perché coniuga il 2.0 al "carne e ossa" delle persone - dice Marcoré - La comunicazione si è mossa attraverso la rete e i social, oltre ai media tradizionali. Non avremmo ottenuto questa attenzione se non avessimo fatto una conferenza stampa in cui abbiamo annunciato che volevamo organizzare questi 13 concerti».

Un'idea nata all'indomani del sisma che ha devastato il centro Italia, un progetto che ha ricevuto non solo una grande risposta di pubblico (80.000 partecipanti), ma anche di artisti che hanno accettato l'invito di Neri: da Francesco De Gregori a Brunori Sas, da Samuele Bersani a Niccolò Fabi, hanno risposto alla chiamata per non far spegnere i riflettori su una regione che soffre quotidianamente.

«L'idea nasce dopo la prima scossa del 24 agosto 2016: ero stato ad Arquata del Tronto e l'appello più importante da parte della popolazione era stato: non vi dimenticate di noi. Poi la scossa del 30 che ha colpito il 65% del territorio delle Marche. Ci sono stati 131 Comuni colpiti, i danni sono stati immensi. La ricostruzione è appannaggio della politica che segue le sue strade. Purtroppo i terremoti non sono una novità: dopo L'Aquila la burocrazia si è infittita e abbiamo avuti ritardi nello smaltimento delle macerie e nella consegna delle case. Di fatto la gente vorrebbe soluzioni concrete che tardano ad arrivare. Quindi, piuttosto che organizzare una serata benefica, ho chiamato un po' di amici musicisti per chiedere loro la disponibilità di esibirsi nelle Marche, non in un unico luogo, ma in tanti posti diversi per abbracciare più persone possibili».

Un evento che è riuscito anche a limitare i costi rispetto a una manifestazione che poteva richiedere somme ingenti. «Le spese ci sono state, ma le abbiamo limitate -aggiunge Marcorè - Non a caso si è deciso di esibirsi durante il giorno per evitare la luce artificiale e far arrivare la gente ai concerti lasciando i mezzi lontani. L'unico biglietto da pagare era legato al sudore e alla forza delle gambe».

Per un progetto del genere bisognava rivolgersi il più possibile ai social. «Siamo partiti con Niccolò Fabi e strada facendo abbiamo capito che la filosofia di Risorgimarche funzionava. La gente veniva, gli haters venivano messi a tacere. È stato un successo perché abbiamo riportato persone nelle Marche, dai turisti ai marchigiani che hanno scoperto un entroterra bellissimo e dei panorama mozzafiato. Siamo riusciti a raggiungere tutti gli obiettivi prefissati: e l'anno prossimo si bissa. Avremo più tempo, e non solo tre mesi come in questa occasione, per arginare le criticità». 
 

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