Scuola, sentenza del tribunale di Monza: la cattedra di sostegno tocca al docente di ruolo anche se non è specializzato

Scuola, sentenza del tribunale di Monza: la cattedra di sostegno tocca al docente di ruolo anche se non è specializzato
di Mario Meliadò
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Venerdì 29 Settembre 2017, 17:18 - Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 15:16
Docenti di ruolo o supplenti annuali? Chi deve avere la precedenza, al momento di compilare la graduatoria per i trasferimenti, per gli eventuali posti da insegnante di sostegno? Un tempo, un quesito simile non avrebbe avuto motivo d’esistere; anche perché non tutti i docenti hanno l’indispensabile, specifica abilitazione. Ma con la “Buona Scuola” le decine di migliaia di docenti diventate di ruolo in molti casi devono trasferirsi per anni lontani anche centinaia di km da casa, il che rende appetibile ogni meccanismo pur di riavvicinarsi un po’. E ora il Tribunale di Monza ha prodotto un verdetto che – come si dice – “farà giurisprudenza”: i posti per i docenti di sostegno “in deroga”, assegnabili cioè anche senza che il “prof” di turno sia in possesso della specializzazione prevista dalla legge 104 del 1992, vanno tributati con priorità ai docenti di ruolo.
 
Il giudice del lavoro monzese Camilla Stefanizzi accoglie così il ricorso di una docente di Crotone, assunta appunto con le normative della cosiddetta “Buona Scuola” e titolare di cattedra in Lombardia. Alla professoressa, che aveva invocato la possibilità di ricongiungimento familiare, l’Ufficio scolastico regionale “Ufficio III – Ambito territoriale di Crotone” aveva negato la possibilità di tornare a insegnare in Calabria: ora invece il Tribunale sancisce l’assegnazione della donna a un posto d’insegnante di sostegno “in deroga” disponibile nel Crotonese per l’anno scolastico 2017/2018, ottenendo dunque l’ambìto riconoscimento familiare.
 
Questa sentenza non mette nell’angolo i docenti che possiedano il relativo titolo di specializzazione. Il punto è che, esauriti gli insegnanti appartenenti a questa peculiare categoria, il Miur (Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca) ha sempre coperto i posti vacanti di sostegno assegnandoli appunto “in deroga”. Di regola, s’individuavano beneficiari di contratti a termine tra i docenti supplenti non specializzati presenti nelle graduatorie (a esaurimento o d’istituto); così aveva agito anche il vertice dell’Ufficio scolastico provinciale crotonese. Ora invece emerge un orientamento molto preciso: se un docente di ruolo lo richiede, il posto di sostegno “in deroga” spetterà a lui.
 
In assoluto, la tematica non è nuova: già l’estate scorsa, diversi osservatori avevano paventato un’inedita “corsa al sostegno” proprio per motivi “territoriali” e di riavvicinamento per i docenti assunti di ruolo e però a ragguardevoli distanze dal territorio provinciale di riferimento. E uno specifico accordo integrativo del contratto aveva indicato questo tipo di soluzione per i docenti che non avessero ottenuto un’assegnazione provvisoria, consentendo loro di rendersi “disponibili” per il sostegno. Un escamotage che aveva mandato su tutte le furie Fish e Ledha, associazioni a tutela dei diversamenti abili che avevano rilevato come, per evitare che venga penalizzato un “soggetto debole”, il sostegno debba essere sempre garantito da personale specializzato, «altrimenti la toppa è peggio del buco», e che garantisca di «portare a compimento il ciclo scolastico».


 
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