Ius soli, perché iniziare questa battaglia? «Abbiamo voluto aderire – dice il primo cittadino, qui senza fascia ma dietro la cattedra – perché la legge propone un tema di attualità, che riguarda in particolare i bambini che nascono nel nostro Paese. Noi nella scuola insegniamo anche i diritti di cittadinanza, ci sembra dunque importante. Diciamo ai bambini che è giusto lavorare affinché nel posto dove uno vive si possa essere partecipi della vita collettiva. Ma di fatto, pur essendo nati in Italia, non hanno questo diritto».
Lo sciopero sarà a turno. «Abbiamo concordato di farlo lunedì, martedì e mercoledì prossimi». Gli altri insegnanti che hanno aderito sono Massimo Trasarti e Mirko Di Prospero. «E’ importante porre l’attenzione sul tema. Certo – continua - non è che con questo risolviamo il problema, ma lo ius soli è all’ordine del giorno degli organi legislativi e sarebbe opportuno affrontarlo».
Tanto per chiarire: «Non va collegato con l’emergenza e l’accoglienza degli immigrati, questa è un’altra cosa: si parla di famiglie che vivono in Italia da anni, di bambini che nascono qui. Non sarà una legge perfetta - conclude Grassotti - ma come dice Renzo Piano, a volte il primo mattone non viene messo in maniera splendida, almeno però si comincia a costruire».
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