Beppe Grillo a Roma, il giallo del piede finto

Il secondo giorno di protesta
di Stefania Piras
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Giovedì 12 Ottobre 2017, 14:52
Un piede finto: è l'oggetto con cui questa mattina Beppe Grillo, garante del Movimento 5 Stelle, è stato visto entrare poco prima delle 9  all'hotel Forum di Roma. Il comico potrebbe utilizzare il piede del manichino per una gag oggi pomeriggio in piazza Montecitorio, durante il secondo giorno di protesta M5S contro il Rosatellum bis.
Grillo domani partirà per Marino dove sabato alle 14 si terrà la proclamazione del candidato 5 Stelle per le elezioni regionali del Lazio. Ma tornerà a Roma già il sabato sera per poi ripartire la domenica mattina diretto a casa sua.

E intanto sul blog il comico mette in guardia da possibili accordi tra Pd e Mdp. Secondo il comico gli scissionisti sono ancora organici ai dem. 
«Occhio - si legge - perché potremmo assistere a un 'do ut des' non dichiarato nel centrosinistra (tra Pd e Mdp) che coinvolge da una parte la legge elettorale (in discussione alla Camera) e dall'altra il 'tana libera tutti' contenuto nella riforma delle agenzie fiscali (che si vota al Senato)».

«Ebbene - spiegano -, i ministri Padoan (anche lui un tempo molto vicino a D'Alema) e Madia hanno stabilito poco prima dell'estate che alle prove concorsuali per la dirigenza delle strategiche agenzie fiscali, Entrate e Dogane in testa, potranno partecipare 'coloro che abbiano riportato sentenze penali di condanna ancorché non passate in giudicato o di patteggiamento, diverse da quelle per le quali è ammesso il beneficio della sospensione condizionale della pena».

«Via libera - continua il blog - a chi si è macchiato di reati contro il patrimonio, condotte corruttive, peculato o malversazioni di varia natura.
Un premio per chi insabbia le cartelle o rallenta gli accertamenti in favore dei soliti amichetti. Ma un sostanziale via libera anche per chi è colpevole di gravi crimini diversi da quelli tipici dei colletti bianchi, la rapina ad esempio. In tutti questi casi l'agenzia che bandisce il concorso può escludere il candidato condannato per reati contro la Pubblica amministrazione, ma rimane una facoltà del tutto discrezionale. Mentre restano fuori solo coloro che abbiano ricevuto la pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici
».

Il passaggio citato, scovato dal MoVimento 5 Stelle, è l'articolo 2 comma 6 del decreto interministeriale del Tesoro e della Funzione pubblica del 6 giugno scorso. Testo che prepara il terreno, se l'operazione dovesse andare in porto, all'occupazione, alla grande spartizione dei partiti, al controllo clientelare delle agenzie fiscali. Strutture strategiche che nel frattempo, con la riforma in discussione al Senato e su cui si accelera in queste ultime ore, rischiano di uscire dal perimetro della Pubblica amministrazione, conclude il M5S.
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