Rieti, Sabina Universitas:
la Fondazione Varrone
sfoglia la margherita

Sabina Universitas
di Alessandra Lancia
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Venerdì 13 Ottobre 2017, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 12:45
RIETI - Sabina Universitas, giudizio ancora sospeso in Fondazione Varrone. Mercoledì sera seconda seduta fiume dell'organo di indirizzo dedicata all'università, ma le molte e dense ore di discussione non sono bastate ad arrivare a una decisione condivisa sulle scelte da compiere in seno al consorzio universitario. Le perdite accumulate, che hanno portato il capitale al di sotto del minimo di legge, vedono i soci chiamati a scegliere tra ricapitalizzazione o messa in liquidazione, e più in generale, tra un approccio rigorosamente civilistico o uno più aperto a valutazioni di carattere sociale e «politico».

L'ORIENTAMENTO
L'organo di indirizzo non è il cda: è un «parlamentino» dove siedono 17 personalità (su un numero massimo di 20) espressione non solo dei soci della Fondazione ma anche di Comune, Provincia e associazioni di categoria ed è qui che si sono confrontate le diverse anime della città e visioni diverse del problema senza arrivare a una sintesi. Sarà così necessaria una nuova seduta, che verrà convocata per la prossima settimana: da lì necessariamente usciranno le indicazioni per il consiglio di amministrazione, che la vice presidente Mariella Cari porterà poi all'assemblea dei soci della Sabina Universitas, aggiornata dal presidente Maurizio Chiarinelli al 27 ottobre.

PROVINCIA IN MEZZO AL GUADO
Nulla di fatto neppure in Provincia, dove nel pomeriggio di ieri un gruppo di consiglieri ha fatto il punto della situazione con il collegio dei revisori dei conti e il dirigente Fabio Barberi: assente il presidente Giuseppe Rinaldi (a Vicenza per un incontro dell'Upi) e altri consiglieri delegati, i tecnici hanno confermato la valutazione pregressa, vale a dire la decisione di lasciare il consorzio universitario, sia per l'orientamento legislativo prevalente che per i problemi di bilancio dell'ente. Ma a questo punto i consiglieri presenti hanno preferito riaggiornarsi a martedì per una valutazione complessiva e una decisione finale.
«Il quadro che ci è stato fatto è stato abbastanza pesante dice il consigliere Matteo Monaco ma l'interesse sull'Università da parte nostra resta alto: è uno degli ultimi presidi di cultura ed economia rimasto in città, e andrebbe preservato». Martedì sulla Sabina Universitas batterà un colpo anche il Comune: se ne parlerà in commissione Cultura, presente anche il presidente del consorzio Maurizio Chiarinelli. L'impressione è che, sebbene in contesti diversi, si viva la medesima tensione tra il voler mantenere un'esperienza universitaria comunque valida e preziosa e il rigore di impegni finanziari non più alla portata di enti o «dismessi» o in pre-dissesto. E così gira che ti rigira il boccino torna in mano alla Fondazione Varrone, con tutto quello che ne consegue.
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