Massoneria, scintille tra l'Avvenire e il Grande Oriente d'Italia

Massoneria, scintille tra l'Avvenire e il Grande Oriente d'Italia
di Franca Giansoldati
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Venerdì 3 Novembre 2017, 12:47 - Ultimo aggiornamento: 14:28
Città del Vaticano - Scintille tra l'Avvenire e il Grande Oriente d'Italia. Il giornale dei vescovi stamattina ha pubblicato una lettera del Gran Maestro, Stefano Bisi, che solleva le ragioni della inconciliabilità tra Chiesa e Massoneria e che, scrive, «sicuramente continueranno ad alimentare il dibattito teologico e non solo chissà ancora per quanti altri secoli».

L’occasione per affrontare un argomento tanto scomodo è un convegno organizzato dal Grande Oriente d’Italia a Siracusa al quale parlerà il vescovo di Noto, monsignor Antonio Staglianò e monsignor Maurizio Aliotta, assieme a due Gran Maestri aggiunti Santi Fedele e Sergio Rosso. Bisi spiega all'Avvenire che i massoni «non devono convincere nessuno» ma di certo la «Massoneria non potrà mai e poi mai avallare dogmi e assiomi fideistici che sono lontani dalla sua ultrasecolare tradizione».

Alla lettera ha dato risposta il direttore del giornale della Cei. Pur dando giudizi favorevoli sul dialogo in corso, Marco Tarquinio fa notare che vi è effettivamente «inconciliabilità tra sguardo cattolico e visione massonica: Mai e poi mai... lei scrive, a proposito dei cardini della fede professata da un miliardo e trecento milioni di cattolici. E questo inesorabilmente scomunica». Infine non manca una frecciata: «Sono curioso di vedere se nel dare conto del piccolo dialogo epistolare con me stavolta riterrà utile far menzionare dal sito del Goi pure la mia risposta».

Se i massoni un tempo venivano scomunicati ipso facto dalla Chiesa, con il tempo il giudizio sembra essersi un po' mitigato. Nel novembre 1983 la Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicava una dichiarazione sulle logge massoniche. L'allora prefetto Joseph Ratzinger precisava che l'iscrizione «costituisce obiettivamente un peccato grave e che li aderenti a una associazione massonica non possono accedere alla Santa Comunione. Da qui la convinzione che vi è una inconciliabilità di fondo fra i principi della massoneria e quelli della fede cristiana».


 
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