Rieti, scuole: adeguamento sismico
di Marconi e Villa Reatina al palo

Villa Reatina
di Alessandra Lancia
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Martedì 14 Novembre 2017, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 13:08
RIETI - Scuole e terremoto, ancora tutto fermo sull'adeguamento sismico di Villa Reatina e Marconi, con il corollario di problemi per alunni e studenti, primo fra tutti la mancanza di palestre. In soccorso dei giovani del plesso Villa Reatina-Campoloniano - da due mesi e mezzo senza educazione motoria - il Comune sta valutando l'ipotesi di una tensostruttura da sistemare a Campoloniano, ma per reperirla servirà altro tempo. «Speriamo di averla entro l'anno scolastico», dice l'assessore ai Lavori pubblici Antonio Emili, che domenica, col sindaco Antonio Cicchetti e l'assessore Giovanna Palomba, ha incontrato i rappresentanti dell'istituto comprensivo di Vazia, Villa Reatina e Campoloniano.

IL BUS
Intanto è stato assegnato l'appalto per il trasporto in bus degli alunni della scuola media Merini alla palestra di Vazia; stessa destinazione gli alunni della primaria di Villa Reatina, sfollati al Nucleo industriale, per i quali è stato previsto anche un servizio navetta suppletivo da e per il quartiere per quelle famiglie che prima accompagnavano i bambini a scuola a piedi: almeno per alunni e studenti di Villa Reatina e Campoloniano l'educazione motoria dovrebbe essere garantita. Restano ancora senza palestra (quella che c'è è inagibile per il terremoto) e senza navetta alunni e studenti del Marconi. La consigliera delegata Letizia Rosati dà la colpa al Miur: «Quando il Ministero concederà le risorse il Marconi avrà i bus navetta - posta su facebook, seccata per le critiche crescenti - né il Comune né la scuola possono bandire gare senza la copertura finanziaria del Miur». Ma prendersi qualche responsabilità e fare qualche scelta «coraggiosa» forse sì, di fronte a un istituto che da due mesi e mezzo non riesce a garantire l'educazione motoria ai suoi iscritti. Diversamente il minimo che possano fare le famiglie è protestare.

LO STOP
Tutto fermo anche sul fronte dell'adeguamento sismico delle due scuole, Majorana e Marconi. «Siamo nella morsa di un sistema della Ricostruzione che con una mano concede finanziamenti milionari per l'adeguamento o la ricostruzione delle scuole danneggiate dal sisma, dall'altra ti nega i fondi per avviare i lavori - osservare Emili. - Il Commissario non ci assicura la copertura integrale delle spese di progettazione e della direzione lavori: una cifra tra il milione e 300 e il milione e 400mila euro che sarebbe a carico nostro, ma che il Comune non ha. Per questo non possiamo neppure bandire le gare per le progettazioni». Quanto al caso Villa Reatina, Emili ribadisce l'opzione del Comune di ricostruire la scuola lì dov'era: «Non è solo una nostra precisa scelta politica, è anche quello che prevede la Ricostruzione - spiega. - I soldi assegnati servono per intervenire sulle scuole danneggiate dal sisma non su altre. Per intenderci, i finanziamenti per rifare Villa Reatina non possono essere dirottati su Campoloniano per completare quel polo didattico, altro intervento pure necessario. Per quello stiamo cercando di rastrellare altri fondi dal Miur, perché che quel complesso sia angusto e incompleto è evidente a tutti. Forse si poteva avere meno fretta di inaugurarlo».

VIA LIBERA A LEONESSA
Si è sbloccata la «pratica» delle strutture scolastiche d'emergenza di Leonessa. Nel tardo pomeriggio di ieri in comune è arrivato il decreto del Miur che assegna 500mila euro per la realizzazione della struttura da 400 metri quadrati destinata a ospitare la scuola media e, soprattutto, che riconosce al Comune lo status di «ente attuatore». Ma c'è voluto un lungo braccio di ferro tra il sindaco Paolo Trancassini, Miur e Commissario per la Ricostruzione. «Domani (oggi per chi legge) farò l'invito a 15 ditte che avranno 7 giorni per presentare la proposta più vantaggiosa. Farà testo non solo il ribasso d'asta, ma anche i tempi di consegna dell'opera: l'ideale sarebbe stare nei 45 giorni di lavoro, ma ormai qui è pieno inverno e tutto è più complicato», ricorda Trancassini, soddisfatto del risultato portato a casa, ma sempre lucidamente critico su un sistema, quello dell'emergenza-ricostruzione, in pieno testa coda. Sarà che nel Leonessano e nelle terre terremotate ha cominciato a nevicare, e il secondo inverno trova ancora gente sfollata e sae da costruire. Figuriamoci le scuole.
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