A favore dell’imputato ha giovato i risultati della perizia del Ctu nominato dal giudice, il medico legale Cristian D’Ovidio, di Chieti, il quale ha concluso che la morte della nonna Eliane Grimount è sopravvenuta per cause naturali; ovvero per insufficienza cardiaca acuta e sovraccarico polmonare e grave stato di malnutrizione. La donna infatti era malata e magrissima e così un infarto l’ha stroncata. Il 24 ottobre 2015 la signora Eliane, di origine francese, madre della madre di Teti, arriva all’ospedale di Lanciano in pre coma, malconcia, fragile e con molte patologie. Proprio i sanitari del Renzetti si insospettiscono per primi che qualcosa non andava, avendo notato un’ampia consistenza di ematomi sull’esile corpicino dell’anziana, nello specifico l’intero torace e braccio sinistro. Poco dopo la signora Eliane muore. Scatta l’inchiesta culminata il giorno dopo, il 25 ottobre, con l’arresto del nipote Teti accusato di omicidio aggravato dal grado di parentela e dalla convivenza con la vittima.
Poi anche la perizia voluta dalla procura di Lanciano arriva alla stessa conclusione di compatibilità del decesso. Sono state le botte inferte dal nipote a causarne la morte, si evidenziò a seguito di autopsia. Emilio Teti ha ripetuto e confermato «Era mia nonna, le volevo bene e non le ho mai fatto del male, anzi l’ho accudita amorevolmente per anni. Non è vero che ero divenuto insofferente nel doverla assistere».
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