Il processo si è svolto a Perugia in virtù del coinvolgimento dell'ex procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, che aveva patteggiato otto mesi di reclusione (pena sospesa). «Abbiamo da sempre sostenuto e dimostrato che non vi fu né poteva esservi stata alcuna rivelazione da parte di Achille Toro a suo figlio Camillo e soprattutto che l'ingegner Angelo Balducci non avesse sollecitato alcuna iniziativa per ottenere informazioni riservate presso la Procura di Roma - ha dichiarato l'avvocato David Brunelli - Oggi con soddisfazione constatiamo che la Corte ha riconosciuto la bontà delle nostre tesi. I giudici d'appello hanno giustamente riformato una sentenza di condanna basata solo su conversazioni telefoniche suggestive ed equivoche, in contrasto con altri dati oggettivi acquisiti dal giudice nel corso del processo».
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