Frosinone, Giallo di Arce: Santino
e Serena, destini incrociati

Frosinone, Giallo di Arce: Santino e Serena, destini incrociati
di Vincenzo Caramadre
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Giovedì 23 Novembre 2017, 17:40
Due gialli: un’unica indagine. Il caso Tuzi e il caso Mollicone sono collegati e vanno valutati unitariamente.
Nuovo colpo di scena, nelle ultime ore, attorno alle indagini per l’omicidio di Serena Mollicone, gli ultimi sviluppi investigativi, infatti, hanno portato la Procura della Repubblica di Cassino ad indirizzare le indagini in maniera univoca e, a questo punto, non è escluso che, nelle prossime settimane, ci sia l’unificazione dei fascicoli.
Un preciso cambio di rotta - non certamente improvvisato - quello della magistratura inquirente di piazza Labriola a Cassino che da un paio di anni, su binari diversi, a seguito delle richieste dei familiari, ha riaperto le indagini sulle morte di Santino Tuzi e su quella di Serena Mollicone.
Le informazioni che trapelano dagli uffici inquirenti, attorno all’ipotesi unificazione dei fascicoli, sono relegate alla più classica espressione imposta dalla segretezza istruttoria: “Non si conferma e non si smentisce”.
Ma la linea d’indagine appare più che tracciata ed ora i casi non sono più due, ma è uno: Mollicone – Tuzi.
Un caso che riserverebbe collegamenti storici, temporali e, a questo punto, investigativi sinora mantenuti ben distanti dalla Procura.
L’unificazione dei fascicoli. Il caso Mollicone è affidato al Pm Beatrice Siravo, e Tuzi al Pm Alfredo Mattei, l’unificazione dei fascicoli, che spesso segue logiche temporali, è un fatto interno agli uffici dei sostituti, non occorre alcuna autorizzazione del Gip, tantomeno la comunicazione alle parti interessate, per cui potrebbe emergere anche a fine indagini preliminari. Resta, ad oggi, il dato sostanziale: i collegamenti e la valutazione unitaria. La sostanza delle indagini svolte sinora e quelle che, con ogni probabilità, saranno svolte, ruotano attorno alla caserma dei carabinieri di Arce.
Serena quel giorno è entrata in caserma? Se così fosse, perché si è recata in caserma? Chi l’ha ricevuta? Questi ed altri gli interrogativi degli inquirenti e dei carabinieri che indagano. Ed ecco allora che l’univocità delle indagini potrebbe portare ad inquadrare scenari - ad esempio sulle presenze in caserma quel primo giugno 2001 - sinora rimasti in ombra. Volutamente? Anche questo è per ora resta un’incognita.  
Il fatto storico è che Santino Tuzi, brigadiere dell’arma, in forza alla stazione di Arce nel 2001, sette anni dopo la morte di Serena, nell’aprile del 2008, poche ore dopo aver riferito agli inquirenti di aver visto Serena entrare in caserma, si tolse la vita con la pistola di ordinanza. Suicidio. Fu l’esito della prima inchiesta, ma un anno e mezzo fa la famiglia chiese la riapertura delle indagini e il Gip ordinò al Pm Alfredo Mattei di fare tutti gli accertamenti per valutare la dinamica della morte e le ultime ore di vita, anche attraverso i contatti avuti , per valutare un eventuale istigazione al suicidio.  Accertamenti che sono stati eseguiti dai carabinieri di Pontecorvo, ma il caso, e non è un mistero, ancora non è stato chiuso proprio perché occorre una valutazione connessa al fascicolo Mollicone.
Nel frattempo in questi giorni, dopo la rogatoria internazione, con la quale è stato ascoltato un testoni residente in Francia, proseguono gli accertamenti su alcuni ordini di servizio, risalenti al primo giugno 2001, sequestrati all’interno della stazione dei carabinieri di Arce. Accertamenti di natura calligrafica per verificare, con ogni probabilità, la genuinità della grafia riscontrata. Anche in questo caso, il fine, potrebbe portare alla caserma di Arce. 
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