Campidoglio, salta ok a statuto: non c'è maggioranza

Campidoglio, salta ok a statuto: non c'è maggioranza
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Giovedì 11 Gennaio 2018, 18:33 - Ultimo aggiornamento: 18:35
È arrivata anche la sindaca di Roma Virginia Raggi in Aula Giulio Cesare per il primo voto sulla modifica dello statuto con cui il M5S punta ad introdurre nuovi strumenti di democrazia diretta come il referendum propositivo, il voto telematico e l'abolizione del quorum, ma cambia anche le soglie di genere in giunta facendole passare dalla previsione attuale del 50% a quella di legge del 60-40%.

Il provvedimento ha ottenuto 28 voti favorevoli e 8 contrari, non raggiungendo però la soglia dei due terzi prevista per passare in prima battuta (la maggioranza del M5S è fatta da 29 consiglieri comunali su 48 totali, e l'opposizione si è espressa in maniera contraria). Per l'ok occorreranno votazioni successive da tenersi entro un mese in cui la proposta di delibera ottiene per due sedute la maggioranza assoluta. «L'Aula non approva non essendosi raggiunta la maggioranza qualificata», ha spiegato il presidente dell'Assemblea Capitolina Marcello De Vito preannunciando i prossimi voti.

«Grazie al lavoro della Giunta e dei consiglieri dell'Assemblea Capitolina oggi ci avviciniamo all'approvazione di questa Carta, che è un pò la nostra piccola Costituzione - ha detto Raggi -. È un giorno importante perché questo provvedimento ci avvicina ad altre democrazie. Oltre agli strumenti già esistenti, ne introduciamo altri a favore della democrazia diretta, dando ai cittadini la possibilità di esprimersi in più forme. Avremo le petizioni online, lo strumento del referendum propositivo e la possibilità del bilancio partecipato affinchè i cittadini possano decidere come l'amministrazione debba investire i fondi».

«Sulla nomina dei componenti delle giunte abbiamo recepito la legge Delrio - ha spiegato Raggi - Si passa dal 50 e 50 per cento al 60 e 40 del genere meno rappresentato, che non vuol dire che sono per forza le donne. Il buon andamento di un'amministrazione non si decide in base al genere ma alle capacità dei suoi componenti. Un punto d'orgoglio è il riconoscimento dell'acqua come bene comune, un punto che andava inserito nella carta fondamentale di Roma. Vedo che all'esito di un vivace dibattito si è arrivati alla prima votazione e mi auguro si possa arrivare presto all'approvazione. Roma compie un ulteriore passo verso il futuro».


«In piena emergenza rifiuti a Roma il M5S oggi ha preferito imporre la discussione sulle modifiche allo Statuto, rinviando il consiglio straordinario sui rifiuti chiesto dal Partito Democratico. È vero, insieme a quella dei rifiuti esiste anche un'emergenza Statuto per la città, ed è quella democratica! Il testo arrivato in Aula è un testo di parte, redatto dal M5S senza discussione con le forze politiche e sociali. Si vuole approvare la carta fondamentale per la città a colpi di maggioranza». Così il gruppo del Partito Democratico in Campidoglio. «Le uniche modifiche accolte dal M5S, che si è autoemendato il proprio testo, sono state finora quelle richieste degli uffici del Segretariato, che ha espresso forti dubbi sulle nuove norme previste dalla maggioranza. Respinte invece tutte le richieste del Pd sulla rappresentanza di genere e sul quorum per il referendum. La 'controproposta di referendum' prevista - continua la nota - è un colpo di mano della maggioranza, che consente alla Giunta e al Consiglio di proporre una propria proposta al quesito referendario, che così schiaccia e annulla il volere dei cittadini. Appare un ulteriore passo indietro anche la modifica della 'commissione delle elettè in 'commissione pari opportunità', modifica non solo nei termini ma anche nei fatti, declassandola a una delle tante commissioni con frequenza di tutti i consiglieri eletti».

«La commissione delle Elette non è il recinto delle "
quote rose", dove ci raccontiamo come si cucina un piatto di pasta o si fa l'uncinetto. La commissione delle Elette è un luogo politico, che serve a dare una visione di genere alle politiche di chi amministra una città. Ha un senso molto profondo. Per l'approvazione, non raggiunta oggi, serviranno ulteriori due sedute entro 30 giorni. - conclude la nota del Pd in Campidoglio - E a mancare oggi non sono stati solo i voti delle opposizioni, ma anche di due consiglieri della maggioranza. Tra di loro la presidente della commissione delle Elette, Gemma Guerrini. Quindi, il M5S non raggiunge solo la maggioranza qualificata, ma buca anche la propria di trenta voti. È questa oggi la pagina buia scritta a Roma dal M5S».

«Anche sullo Statuto, purtroppo, il Movimento 5 Stelle ha mantenuto la propria linea: sono andati spediti da soli - dichiara, in una nota, Davide Bordoni coordinatore romano e capogruppo di Forza Italia in Campidoglio -
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Ricordiamo che gli eventuali cambiamenti saranno validi anche per le consiliature future. Quindi si deve pensare alla totalità dei cittadini e non solo a quello che vuole il Movimento. Sono modifiche, oltretutto, che poco servono alla Città. Continuano a parlare di un passo verso una maggiore democrazia ma non è così. Eliminare il quorum in tema di referendum propositivo, abrogativo e consultivo, per esempio, significa che pochi decideranno per tutti. È proprio la soglia del quorum che, al contrario di quello che pensano i 5 Stelle, garantisce una reale espressione democratica. Non dimentichiamoci che invece di discutere il problema dei rifiuti, emergenza che non può essere tralasciata oltremodo, sono andati avanti bocciando l'inversione degli ordini del giorno. Lo Statuto è importante ma quello che sta vivendo Roma in tema di rifiuti ha la priorità assoluta!»
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