Anna Guaita
Quest'America
di Anna Guaita

Voleva "fare la differenza": giornalista diventa poliziotta

di Anna Guaita
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Martedì 6 Febbraio 2018, 21:16

NEW YORK – Era una giornalista di successo, i suoi scoop avevano fatto clamore, aveva vinto premi e aveva ricevuto nuove interessanti offerte di lavoro. Invece Taylor Dungjen ha posato la penna e ha imbracciato la pistola. Dopo aver lavorato con passione e dedizione come cronista di nera al Toledo Blade, dopo aver fatto del suo meglio per aiutare i suoi lettori a capire la loro città, Taylor ha deciso che un modo più concreto per aiutare era diventare poliziotta: «Era per me un modo per fare la differenza» ha spiegato.

La storia della giornalista diventata poliziotta è più unica che rara, soprattutto se si tiene conto che la 29enne Taylor viene da una famiglia di giornalisti, e in casa non ha né parenti né amici che siano membri delle forze dell’ordine.

Ma è stato proprio il lavoro per il giornale che ha portato la giovane a questo passo. Taylor Dungjen è approdata nel 2011 al Blade, l’antico e rispettato giornale di Toledo, nell’Ohio, dopo essersi fatta le ossa in un piccolo giornale di provincia, ed è stata subito assegnata alla “nera”.

E la cronaca nera Taylor l’ha seguita molto da vicino: spessissimo si è trovata a seguire le pattuglie nelle loro ronde, proprio in una stagione in cui la violenza in città continuava a crescere, le sparatorie si moltiplicavano, i morti pure. E Taylor a un certo punto ha cominciato a notare che la violenza sembrava raggrupparsi lungo certe strade, in certi quartieri.

Da questa constatazione, e dal dubbio che nella città si fossero  moltiplicate le gang in lotta fra loro, è nato il suo più importante lavoro. Il direttore del giornale le ha assegnato una fotografa e un’automobile e l’ha sguinzagliata, e lei ha trascorso tre mesi indagando, facendo interviste, ricostruendo fatti.

Grazie all’aiuto del proprietario di una palestra di boxe che si opera per tenere i ragazzi di Toledo fuori dalle gang, Taylor ha potuto contattare sia ex membri di bande, sia detenuti, sia gangster attivi e a piede libero, sia le famiglie di ganster che delle loro vittime.

E dopo tre mesi ha presentato al giornale una mappa della città con una descrizione accuratissima dell’attività delle bande. La sua mappa e i suoi reportage, pubblicati in serie, hanno indignato il sindaco, ma poi è venuto fuori che la polizia aveva anch’essa tentato di disegnare una simile carta delle violenza e dell’attività delle gang, ma ci era riuscita solo in parte.

La serie di Taylor Dungjen ha avuto molta eco, sulla giovane sono piovuti riconoscimenti e premi, e offerte di trasferirsi nei grandi giornali delle megalopoli.

Ma lei ha scelto di restare. Non voleva lasciare Toledo, dopo aver imparato a capire la città. In una intervista alla Columbia Journalism Review, Taylor ha spiegato che mentre lavorava alla serie sulle gang aveva stretto un legame con le persone di cui scriveva, «bambini cresciuti senza padri, genitori disperati che tentavano di tenere i figli lontano dalla strada, ragazzini che dicevano di non aspettarsi di poter vivere oltre i 25 anni d’età». Non ha potuto accettare di trasferirsi in un’altra città, perché «c’era ancora tanto lavoro da fare a Toledo».

Ma non era lavoro da scrivania. «La gente dice sempre che vuole andarsene da Toledo perché non si sente sicura - racconta ancora al Columbia Journalism Review –. E’ frustrante. Io volevo fare di più per contribuire a costruire una comunità sicura, e ho capito che posso fare di più in prima linea come poliziotto che non come giornalista».

Quasi segretamente, nel 2014 Taylor ha fatto domanda di essere ammessa all’Accademia di polizia. E’ stata accettata. E così la sua carriera di giornalista è finita. Poco meno di un anno fa, è diventata poliziotta, e ora vigila sulle strade di Toledo. Ed è lei che ospita giornalisti nella sua automobile durante le ore di pattuglia. Ma a un reporter del telegiornale della Nbc, che l’ha accompagnata nel giro, ha spiegato che non c’è poi tanta differenza: «Tutti dicevano che ero pazza, ma la cronaca nera è tutta incentrata sulle persone, e il lavoro di polizia è anch’esso tutto incentrato sulle persone».

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