Nuova valanga a Campo Felice: chiuse tre piste

Nuova valanga a Campo Felice: chiuse tre piste
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Mercoledì 7 Febbraio 2018, 10:25
Ancora una valanga con un fronte più ampio. Ancora una massa enorme di coltre bianca nello stesso punto nel quale domenica hanno perso la vita i due sciatori romani: Massimo Urbani e Massimo Franzè. Sembra non avere pace l’area che sfiora gli impianti di Campo Felice, stazione che per ragioni di sicurezza ha deciso ieri di chiudere immediatamente tre piste. L’allarme è scattato mentre i carabinieri della stazione di Rocca di Mezzo (diretti dal maresciallo Leonardo Tedeschi) erano impegnati nel redigere gli ultimi documenti per la restituzione delle due salme alle famiglie, per lo svolgimento dei funerali a Roma previsti a quanto pare nella giornata di oggi. Gli investigatori erano diretti all’obitorio dell’ospedale “San Salvatore” proprio per incontrare alcuni familiari dei due amici deceduti, quando sono stati costretti a tornare indietro dopo aver ricevuto la notizia che lungo l’Anfiteatro, l’area del fuoripista così denominata, a pochi metri dalla pista Capricorno, si era verificata un’altra slavina a quanto pare molto più consistente di quella che domenica ha provocato la morte dei due sciatori e provocato il ferimento di un terzo, Amerigo Guerrazzi, ancora ricoverato nel reparto di Chirurgia sempre dell’ospedale dell’Aquila. Per fortuna le non buone condizioni meteorologiche, hanno aiutato a scoraggiare altri eventuali appassionati dello sci e snowboard nel praticare il fuoripista.

L’allarme subito scatto ha portato il personale in servizio presso gli impianti della stazione di Campo Felice e gli stessi carabinieri della stazione di Rocca di Mezzo ad effettuare un attento sopralluogo su tutta l’area. Le piste Capricorno, Lupo e Brecciara sono state immediatamente chiuse per ragioni di sicurezza. Proprio l’altro ieri nello stesso punto in cui è avvenuta la tragedia, erano tornati i militari del Soccorso alpino delle Fiamme gialle (Sagf) dell’Aquila per effettuare una ricognizione sullo stato dei luoghi con scopo didattico.
Subito dopo la tragedia, per diverso tempo era circolata la notizia risultata poi infondata, di una quarta persona che sarebbe stata notata nei pressi di dove il terzetto si apprestava a compiere il passaggio sugli sci del costone dove si è poi staccata l’enorme slavina. Lo stesso sopravvissuto alla brutta tragedia, Guerrazzi, sentito dagli investigatori dell’Arma ha più volte sottolineato come non vi fosse nessuno nella zona al di fuori del terzetto. Ora la dinamica del grave incidente è nella mani del sostituto procuratore della Repubblica dell’Aquila, David Mancini, al quale spetta l’ultima parola.
 
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