Terni, omelia e processione
la giornata dedicata al patrono (Foto Papa)

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Domenica 11 Febbraio 2018, 21:11
A Terni occorre «avviare un personale e comune esame di coscienza, sincero, leale e costruttivo per risalire alle cause dell'attuale situazione» di crisi economica e politica: è il monito lanciato questa mattina dal vescovo Giuseppe Piemontese, nel corso del pontificale che si è tenuto in duomo in occasione delle celebrazioni di San Valentino, patrono della città. Cerimonia quest'anno anticipata di tre giorni, in quanto il 14 febbraio la Chiesa celebra il mercoledì delle ceneri, e alla quale hanno partecipato anche le istituzioni locali e le autorità civili e militari, a partire dal sindaco Leopoldo Di Girolamo e dal vicepresidente della Regione, Fabio Paparelli. Dal pulpito della cattedrale, dove nella tarda serata di ieri era stata trasferita in processione l'urna con le reliquie del santo (conservata nella basilica a lui dedicata), monsignor Piemontese ha sottolineato che la città, da un pò di anni a questa parte, «attraversa una delle stagioni più delicate e incerte», in quanto «a livello economico si notano divari notevoli tra gruppi di cittadini abbienti e sacche di povertà intollerabili. Notevole preoccupazione suscita l'affievolimento dei valori morali e civili e la disinvoltura o peggio il poco rispetto da parte di gruppi di cittadini verso le istituzioni». «La grave situazione economica del Comune - ha continuato - le ricorrenti proposte sulla collocazione geografica della città, la persistente e preoccupante disoccupazione giovanile con la conseguente emorragia di giovani, che annualmente emigrano all'estero, le varie forme di povertà strisciante che perdurano nonostante dichiarazioni ottimistiche di ripresa economica nazionale ed europea: sono elementi e tasselli di un quadro che richiede riflessione intelligente e partecipazione civile e pacata da parte dei singoli cittadini e di tutte le forze politiche, culturali, associative, sociali e imprenditoriali». Per questo secondo il vescovo, «tutti siamo chiamati in causa, tutti abbiamo il dovere, ciascuno per la sua parte, per individuare le ragioni che hanno portato la nostra città alla corrente situazione di 'dissestò e collaborare per riportarla in sicurezza e alla dignità, che le spetta». Le ragioni - ha concluso il presule - «vanno ricercate nelle pieghe delle dinamiche democratiche della città almeno degli ultimi 30 anni, oltre al tanto bene compiuto, quali sono state le scelte azzardate o sbagliate, le manie di grandezza, le accondiscendenze populistiche, i silenzi interessati, le astensioni comode, le deleghe deresponsabilizzanti, le asserzioni qualunquistiche, le decisioni rischiose, le proteste di facciata, i benefici di parte, il rimpallo delle responsabilità, le promesse irrealizzate». Al termine della cerimonia l'urna di San Valentino, collocata su un'autolettiga, è stata riaccompagnata in processione verso la basilica. L'ultimo trasferimento delle reliquie - già programmato dal vescovo nel 2016, ma allora impedito dalle proteste dei parrocchiani della basilica stessa - risale al 1974, quando l'urna venne portata in pellegrinaggio in diocesi.