Boom di animali in casa: i pesci battono cani e gatti

Boom di animali in casa: i pesci battono cani e gatti
di Valeria Arnaldi
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Lunedì 12 Febbraio 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 09:48
ROMA Pesci, uccellini, cani e gatti. Sono comuni, spesso non di razza e salvati da oasi, gli animali prediletti dagli italiani. Sono i numeri a dirlo. Nelle nostre case, vivono trenta milioni di pesci, tredici milioni di uccellini - il Paese è al primo posto in Europa - oltre sette milioni e mezzo di gatti e circa sette milioni di cani. Sono intorno a tre milioni conigli - pressappoco un milione e ottocentomila - e tartarughe. A possedere un pet, segnala il dossier “Gli animali nelle case degli italiani” di Coldiretti, è il 33% delle famiglie, praticamente una su tre, nella metà dei casi la provenienza è da gattili e canili o addirittura dalla strada. Il totale è di oltre sessanta milioni di esemplari, quasi uno per ogni abitante. 

I PIÙ RICERCATI
La mappatura degli animali domestici consente di tracciare un nuovo ritratto degli italiani: più tradizionali, meno attirati da specie esotiche - negli ultimi cinque anni, come registra l’ultimo rapporto Assalco-Zoomark, gli shop hanno ridotto la vendita di animali, soprattutto esotici appunto - con una crescente sensibilità contro gli abbandoni, e pronti a prendersi cura di un piccolo amico. A crescere nell’ultimo periodo, è la presenza di pet a casa dei single, passati tra il 2011 e il 2017 dall’8,4% all’11,1%. Più alta pure la quota di proprietari over65, salita dal 21,5% al 23,7%. La percentuale più consistente, il 34,4%, è costituita da famiglie di due persone. Seguono quelle con tre persone, 24,1%, e con quattro, 22,4%. Il 58% ha un solo animale, il 14% quattro o più. Gli animali d’affezione, secondo un’indagine GfK Eurisko, entrano nelle nostre case - e vite - perché portano serenità e gioia, nel 43% dei casi, allegria e divertimento, nel 36%, tranquillità, nel 16%, e sicurezza, nel 6%. Di fatto, aiutano a sentirsi meno soli. Per l’81%, favoriscono socialità e comunicazione. “Insegnano” a badare di più a se stessi: secondo il 94% stimolano a svolgere attività fisica e, per il 95%, hanno effetti positivi sulla salute della psiche. Insomma, regalano compagnia e, a seconda della specie ovviamente, senso di protezione. Di più, un’idea di famiglia anche a chi ne è privo o lontano. D’altronde, spesso, si tratta di rapporti di lunga data, che superano i vent’anni, nel 20% dei casi, durano da undici a venti nel 24%, e vanno da uno a dieci nel 51%. 

CURE IN CRESCITA
Non stupisce che gli italiani siano pronti a spendere molto per prendersi cura dei loro piccoli amici, fino a viziarli. Negli ultimi cinque anni, stando al dossier Coldiretti, si sono registrati sensibili aumenti nelle spese per gli animali domestici. E proprio per le “coccole”. Se è vero, infatti, che la gran parte delle risorse è dedicata all’alimentazione - oltre 2 miliardi di euro l’anno, per una cifra media mensile a famiglia che va da trenta a cento euro - lo è pure che le richieste per servizi veterinari sono cresciute dell’89,1%, e quelle di “beauty farm”, vere spa per animali domestici, e asili per cani e gatti, dove lasciarli quando non è possibile portarli in vacanza, sono salite del 43,7%. Tra i servizi offerti dalle beauty farm, palestre e piscine, ma anche parrucchieri specializzati, massaggi e maschere per rendere lucente il pelo. Il meccanismo piace e si è fatto business, tanto che sono quasi sei su dieci gli shop per animali che offrono servizi, a partire dalla toelettatura. Sale del 6%, per Assalco-Zoomark, la spesa destinata all’acquisto di accessori, tra prodotti per l’igiene, giochi, cucce, acquari e via dicendo, pari a 72,3 milioni di euro. 
In aumento pure la voce snack e fuoripasto, cresciuta del 10,3% a fronte del +2,7% registrato nella normale alimentazione, a riprova del fatto che a sollecitare l’acquisto è il desiderio di offrire qualcosa in più. Un dono per un amico. 
 
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