M5S, bonifici emessi e revocati: così gli eletti aggiravano le regole

M5S, bonifici emessi e revocati: così gli eletti aggiravano le regole
di Stefania Piras
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Martedì 13 Febbraio 2018, 07:39 - Ultimo aggiornamento: 13:30

La prima fu la candidata presidente 2013 della Lombardia Silvana Carcano. Lei fu pizzicata internamente dopo due anni, senza bisogno delle Iene, a versare meno del previsto al fondo regionale per le pmi. Anche lei all'epoca parlò di «calcolo errato» e fu costretta a sborsare la differenza di novemila euro che si era dimenticata di restituire come promesso.

Il meccanismo usato dai parlamentari e svelato dalle Iene consisteva invece nel pubblicare nel sito M5S Ti rendi conto?.it la ricevuta del bonifico con l'importo dello stipendio tagliato, per dimostrare di aver eseguito il versamento. Salvo poi, entro le ventiquattro ore successive alla richiesta di bonifico, annullare la transazione. Da un rapido calcolo si nota come l'intero gruppo parlamentare sia passato dal restituire oltre un milione di euro nell'aprile 2014 agli appena 328 mila nel novembre 2016.

IL FONDO PER LE PMI
Per questo motivo il fondo per le pmi che il M5S aveva deciso di alimentare con il dimezzamento dei propri stipendi non è rimpinguato come ci si aspettava, ma presenta degli ammanchi. E il «buco» è ingente perché va oltre il milione di euro. Alla cifra di 226 mila euro di ammanco che ha fatto scattare l'allarme per le mancate restituzioni, va infatti aggiunta la cifra versata al fondo dagli eurodeputati del M5s che non rendicontano, pari a 606mila euro, come certificato dallo stesso blog giorni fa. E a questa si somma il totale dei rimborsi arrivati dalle Regioni: oltre 500 mila euro.

Sono almeno dieci i parlamentari che ballano. Tre sono stati già scoperti: Andrea Cecconi, Carlo Martelli e Maurizio Buccarella. Il primo ha già ammesso di aver fatto una «stupidaggine», il secondo ha parlato vagamente di «ritardo», il terzo di «leggerezza». In tutti i casi confermano che i versamenti caricati sul sito poi si sono persi per strada. Nel sito della trasmissione sono stati pubblicati i bonifici incriminati. Quelli di Cecconi risalgono ai primi di febbraio 2016. Quelli di Carlo Martelli sono bonifici apparentemente gemelli, siglati lo stesso giorno il 10 ottobre a venti minuti di distanza e senza la spunta in cui si dichiara di voler ricevere l'esito della transazione. Ci sono poi le strane restituzioni fotocopia di Vito Crimi, Danilo Toninelli e Carlo Sibilia. Stesso importo per mesi, e con stipendi, diversi.
Confrontando i dati con il sito Ma quanto spendi?.it, (è un sito aggiornato fino a gennaio 2017 che paragona i dati dei rimborsi e delle restituzioni per misurare l'evoluzione delle spese grilline) si può notare come Cecconi avesse iniziato a restituire meno di quanto restituiva in media l'intero gruppo M5S. Così il senatore Martelli, che almeno fino a gennaio 2017 presenta alti e bassi nella restituzione. Il senatore Maurizio Buccarella che ieri si è autosospeso dal Movimento dice che voleva cambiare banca, per questo ha revocato gli ultimi bonifici, gli ultimi tre mesi del 2017, circa dodici mila euro «finora pubblicati sul sito in forma di mero ordine di disposizione», quindi solo richiesti e non eseguiti.

«Non so come si stanno facendo i controlli ed è chiaro che l'operazione delle Iene arriva ad orologeria a poche settimane dalle elezioni», scrive Buccarella. E poi però ammette che «gli avversari politici riusciranno a capitalizzare i nostri errori e anche le nostre debolezze umane, dove ci sono state, inseguendoci uno ad uno e sparando nel mucchio pur di danneggiarci».

Oggi a Roma ci sarà la processione di parlamentari che dovranno fare la spola dalla banca agli uffici di Di Maio per presentare tutti i bonifici controfirmati dal direttore di filiale.

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