Al momento il gendarme non risulta espulso dal corpo della Gendarmeria ma solo trasferito in un ufficio dove presta servizio disarmato presso una amministrazione vaticana. Se il tribunale italiano dovesse condannarlo, come parrebbe evidente, visti i referti medici del pronto soccorso dove era stata ricoverata la giovane, con una prognosi di 40 giorni, il gendarme subirà un provvedimento disciplinare anche in Vaticano. Il militare del Corpo della Gendarmeria, che ha 39 anni, ha più volte aggredito la ragazza colpendola con violenza e procurandole anche un trauma cranico e fratture al naso, costole e a un piede. Le violenze risalgono all'agosto del 2016 e sono andate avanti fino al febbraio del 2017.
In particolare il 18 settembre del 2016 il gendarme, al culmine dell'ennesima lite, avrebbe impugnato un martello minacciando di uccidere la ragazza. La giovane in stato di choc era stata curata al pronto soccorso. La vicenda era ben conosciuta ai piani alti del Vaticano anche se inizialmente non è stato preso nessun provvedimento nei confronti del gendarme. Anzi, da più parti si cercava di ridimensionare la gravità dell'accaduto e gettare acqua sul fuoco. C'era persino chi ripeteva che la moglie si era cercata quelle botte giustificando così gli scatti d'ira del gendarme solitamente armato.
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