PADOVA - È stato ritrovato il bambino di 5 anni rapito martedì scorso a Padova dal padre, un romeno, che con tre complici l'aveva strappato dalle braccia della madre per poi fuggire. Secondo le prime informazioni, l'uomo e il figlio sarebbero stati rintracciati dalla polizia romena a bordo di un treno. Lo confermano fonti investigative italiane. Non si conoscono al momento altri dettagli. I Carabinieri erano sulle tracce dei sequestratori: il piccolo era stato prelevato martedì mattina da un "commando" di quattro uomini. Ieri a Limena (Padova) i militari dell'Arma avevano recuperato il furgone usato per il sequestro.
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Le ricerche del bambino
Le ricerche del bimbo rapito martedì mattina in quartiere San Lazzaro hanno prodotto gli effetti sperati. Il padre trentunenne stava conducendo in porto il suo piano diabolico ma evidentemente le forze, grazie al coordinamento internazionale diretto dall'Interpol, sono riuscite a rintracciarlo in tempo utile, cioè prima che riuscisse a far perdere le proprie tracce assieme al figlio.
LO SCAMBIO
Verosimilmente i rapitori l'hanno abbandonato fin dalla prima mattinata per poi proseguire la fuga a bordo di un altro veicolo che doveva trovarsi nei paraggi e salire successivamente su un treno per aggirare possibili controlli. La zona industriale di Limena si raggiunge in una decina di minuti dal luogo del rapimento, in quartiere San Lazzaro, tra via Giolitti e via Salandra. Il passaggio del furgone è stato registrato alle 8.34 dalle telecamere all'uscita della tangenziale nord Plebiscito-Limena. Pochi minuti dopo il Mercedes Vito ha raggiunto il luogo in cui è avvenuto lo scambio di mezzi. In zona vi sono sia una telecamera pubblica che una privata. I carabinieri hanno acquisito le immagini di entrambe, con l'obiettivo di individuare il veicolo effettivamente usato dalla banda per far perdere le proprie tracce. Perde quindi consistenza l'indiscrezione, trapelata poche ore dopo il rapimento, dell'avvistamento del furgone nero alla frontiera goriziano-slovena di Villesse. Il Mercedes Vito non ha mai lasciato il territorio padovano. Serviva unicamente a portare via il bambino lontano da occhi indiscreti.
LA BASISTA
Avrebbe fatto nel frattempo perdere le proprie tracce pure la donna, anch'essa originaria dell'Est Europa, che svolgeva le funzioni di palo. Nei tre giorni precedenti il blitz avrebbe compiuto vari appostamenti nei pressi della casa in cui vivono il piccolo e la madre Alexandra. Ne avrebbe seguito tutti gli spostamenti. I carabinieri conoscerebbero la sua identità e avrebbero raccolto anche una serie di riscontri sulla sua complicità nel rapimento. Pare però che la donna non sia al momento rintracciabile.
GLI ACCERTAMENTI
Gli uomini dell'Arma stanno ricostruendo la figura del trentunenne anche attraverso i procedimenti penali che l'hanno visto protagonista. É stata chiesta all'autorità giudiziaria romena copia degli atti processuali di cui si conosce al momento l'esistenza solo dal racconto di Alexandra. Dovranno essere tradotti e analizzati, come del resto il provvedimento con cui tre anni fa il tribunale di Bucarest ha disposto l'affido esclusivo del piccolo alla mamma, vietando al padre qualsiasi contatto con il minore.