Bimba scomparsa a Firenze, la mamma di Kata: «So chi l'ha rapita, avevo litigato con diverse persone»

La piccola, 5 anni, è scomparsa da uno stabile occupato. Sospetti su alcuni connazionali. «Avevo smesso di pagarli per vivere in quella casa»

Bimba scomparsa Firenze, la mamma di Kata: «So chi l'ha rapita, avevo litigato con diverse persone»
di Alessia Marani, inviata a Firenze
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Lunedì 12 Giugno 2023, 00:48 - Ultimo aggiornamento: 15:26

Sparita. Inghiottita nel nulla come nel peggiore degli incubi. Della piccola Mia Kataleya Chicllo Alvarez, 5 anni, peruviana, non si hanno più notizie dalle 15.15 di sabato. In compenso si sono susseguite un centinaio di segnalazioni di presunti avvistamenti a cui i carabinieri di Firenze stanno cercando un riscontro, minuto dopo minuto, senza tralasciare alcun elemento. Fino a ieri sera, però, invano. Ora si teme il peggio. Dopo oltre 30 ore di silenzio assoluto, una delle piste che fa rabbrividire e che sembrerebbe prendere corpo è quella di un possibile rapimento. «Aiutatemi a trovarla, ho paura, ho detto ai carabinieri che so chi può averla presa», ripete la madre, Kathrina, 26 anni, che ieri ha avuto anche un malore ed è stata portata in ospedale.

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La donna racconta di avere «avuto un litigio nei giorni scorsi con altri occupanti» e la sua migliore amica Isabel aggiunge: «Kathrina voleva andarsene, portare via la sua bambina e il fratellino da qui».

L’edificio abbandonato, divenuto rifugio per un centinaio di occupanti, di cui la metà bambini, è stato battuto palmo a palmo, passato in rassegna ben tre volte anche con l’aiuto dei cani molecolari. I vigili del fuoco hanno ispezionato intercapedini, scantinati, cassoni dell’acqua, funzionanti e abbandonati. Ma della piccola “Kata”, come qui la chiamano tutti, neanche l’ombra. Il che fa dedurre che la bambina abbia lasciato la struttura. Tra le circostanze al vaglio degli inquirenti quella di una maxi-lite avvenuta un paio di settimane fa tra la comunità sudamericana e quella romena e albanese che abitano l’edificio. Occasione in cui un peruviano precipitò da un terrazzino a sei metri d’altezza, salvandosi miracolosamente. Congetture, per il momento. «Non si sentiamo di escludere alcuna pista - spiega il generale Gabriele Vitagliano, comandante provinciale dei carabinieri di Firenze - tutte le ipotesi sono aperte compresa quella del rapimento da parte di adulti o l’allontanamento». Al vaglio degli investigatori dell’Arma alcuni profili. Si cerca di capire se anche il papà di Kata, in carcere per reati contro il patrimonio, possa avere conti in sospeso con qualcuno. 

 

LO SCENARIO

Kata sabato pomeriggio stava giocando con delle altre bambine nel cortile dell’ex hotel “Astor” ora occupato dai movimenti per la casa nel quartiere San Iacopino, al confine con Novoli, lasciata in custodia allo zio Dominique dalla mamma che era andata a lavorare al Carrefour. Un attimo di distrazione, la bimba che discute con le amichette e, all’improvviso, Kata scompare. La telecamera di un lampione che inquadra l’ingresso della struttura da via Maragliano su via Baccherini, la riprende mentre esce dal cortile verso la strada e poi rientra. Ma l’edificio dispone di altri due ingressi laterali, uno al 101 di via Maragliano, l’altro, il cui unico ostacolo è un muretto basso, porta direttamente ai cortili di un palazzo dell’Inpdap, anche questo con le cantine occupate. «Un altro posto da brivido», racconta una residente. 

Tornata dall’ospedale e sostenuta da una psicologa del Comune, Kathrina ieri sera ha ripetuto: «Vi prego, aiutatemi a ritrovare la mia bambina. Più passa il tempo e più ho paura che qualcuno me l’abbia portata via, non so cosa pensare». Un appello rilanciato dalle amiche e dalla comunità peruviana di Firenze che, insieme con quella di Prato, ieri è accorsa davanti all’hotel per invocare solidarietà e incoraggiare le ricerche. «Una bambina non può e non deve vivere in una situazione di tale degrado - dice Richard Asagna, dei peruviani fiorentini - va trovata presto una soluzione a questa situazione. Soprattutto va trovata Kata. I nostri bambini, tutti i bambini, ora hanno paura. Chi sa, parli». Ieri il telefonino a cui è stato indicato nel tam tam sulla rete e nelle chat di chiamare per segnalazioni di Kataleya, sono arrivati numerosi allerte.

Alcuni, purtroppo, di mitomani. «Mi ha appena contattato un uomo che dice di avere Kata con sé», racconta verso le 18 sempre Isabel. Dopo poco un’altra telefonata: un autista del trasporto pubblico dice di avere visto la bimba piangere sul bus 35, nei pressi di via Baracca, dove un’altra persona era sicura di averla vista sabato sera non lontano dal McDonald’s. Anche un filmato è stato visionato: ma non era Kata. Le ricerche si sono estese anche lungo il Mugnano, fiume che scorre vicino a San Iacopino. «Abbiamo letteralmente rivoltato l’ex hotel da cima a fondo e non abbiamo trovato la bambina», ripetono gli investigatori. Protezione civile, cittadini semplici, tassisti, tutti a Firenze cercano Kata.
 

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