Il granchio blu è commestibile: l'Emilia Romagna lo vende agli Usa: partito un container da 15 tonnellate. Gli scenari

È partita per la Florida, con destinazione Miami, il primo container, carico di 15,75 tonnellate di crostacei semilavorati

Granchio blu è commestibile e molto richiesto all'estero: l'Emilia Romagna avvia l'esportazione negli Stati Uniti
3 Minuti di Lettura
Giovedì 17 Agosto 2023, 16:33 - Ultimo aggiornamento: 18 Agosto, 17:18

Fare di necessità virtù. Così l’emergenza granchio blu può trasformarsi in una risorsa. L'Emilia Romagna - una delle regioni a pagare il prezzo piu alto per l’invasione di questa specie aliena - ha dato il via all’export negli Stati Uniti degli esemplari pescati nelle ultime settimane. È infatti partito per la Florida, con destinazione Miami, il primo container, carico di 15,75 tonnellate di crostacei semilavorati. Pescati dalle imprese ittiche della Sacca di Goro, del territorio di Comacchio e nel Delta del Po, potranno essere venduti nel Paese di cui è originaria - e molto richiesta dai consumatori - questa specie alloctona che tanti danni sta creando agli allevamenti di vongole e novellame, minando il delicato equilibrio ambientale dell’area del Delta.

Granchio blu, scoperto come è arrivato in Veneto. A Castiglione della Pescaia riserva naturale a rischio

Granchio blu esportato negli Usa

Regista dell’operazione la societa di Rimini Mariscadoras, una start up tutta al femminile, nata nel 2021 e ideatrice del progetto "Blueat - La Pescheria Sostenibile", per promuovere l’utilizzo alimentare e gastronomico delle specie aliene marine invasive, a partire appunto dal granchio blu, tra le piu dannose attualmente presenti nel Mediterraneo, a causa della sua voracita e assenza di predatori naturali.

Da qui l’accordo di collaborazione dell’azienda riminese con un’azienda di trasformazione di Mestre per la lavorazione e la trasformazione dei granchi in polpa e sughi, che stanno approdando sul mercato domestico ed estero. Per l’assessore regionale all’Agricoltura e pesca, Alessio Mammi c’e un obiettivo su cui «siamo fortemente impegnati: trasformare quella che attualmente e un’emergenza in una possibile opportunita».

Di necessita si fa virtù, proprio come annunciato pochi giorni fa dal ministro Fancesco Lollobrigida, che in Consiglio dei Ministri ha portato la spesa di 2,9 milioni di euro per fronteggiare l’emergenza e promuovere il consumo dell’animale. Insomma, una lotta che si sposta a tavola. E per farlo si sta lavorando in più direzioni, in stretta collaborazione con il mondo della pesca e dell’acquacoltura. Un primo passo è stata l’autorizzazione alla cattura, al prelievo e alla commercializzazione. Per il senatore di Fratelli d’Italia, Luca De Carlo, il via libera del Mase «è un altro grande segnale di attenzione da parte del Governo e del Ministero dell’Agricoltura a questa emergenza dei nostri mari». Ma per Mammi «questo non basta».

Lo scenario

Non tutto il prodotto, infatti, ha le caratteristiche per essere venduto, mentre i danni che questa specie sta provocando a un intero settore pongono in primo piano il tema degli indennizzi, oltre a quello dello smaltimento del prodotto non adatto alla vendita. «Ne parleremo proprio nei prossimi giorni con i pescatori e acquacoltori di Goro e Comacchio, assieme ai sindaci, per fare il punto della situazione», dice l’assessore. L’incontro è previsto il 21 agosto. L’obiettivo è fare il punto sulle diverse questioni aperte e gia oggetto di un documento, condiviso con Veneto e Friuli Venezia Giulia e inviato al Governo. Dalla richiesta di maggiori indennizzi in tempi rapidi all’eventuale dichiarazione dello stato di calamità, passando per l’approvazione di un piano nazionale per il controllo e la riduzione numerica della specie aliena.

© RIPRODUZIONE RISERVATA