Se Ilaria Salis dovesse conquistare un seggio alle elezioni europee, potenzialmente già il prossimo 10 giugno (ossia il giorno dopo la chiusura delle urne e la fine degli scrutini), le porte del carcere di Budapest si potrebbero aprire per far uscire l’insegnante milanese accusata di aver aggredito due estremisti di destra. «Il Protocollo n.7 sui privilegi e sulle immunità dell’Ue prevede all’articolo 9 - spiega l’avvocato Eugenio Losco, legale della Salis - che coloro che sono eletti al Parlamento europeo godano della stessa immunità di cui godrebbero nel loro Paese, quindi in questo caso in Italia. In più, per garantire la possibilità che il parlamentare europeo possa esercitare la sua funzione, partecipare alle sedute (e non solo), è previsto il divieto di ogni tipo di detenzione e la sospensione di eventuali procedimenti in corso. Questo determinerebbe che, in caso di elezione, la signora Salis dovrebbe essere scarcerata dall’autorità giudiziaria ungherese».
Ilaris Salis candidata con Avs per un seggio a Bruxelles, il nodo dell’immunità
L’ITER
Dopo 13 mesi di detenzione e l’umiliazione delle catene con cui ogni volta viene portata in tribunale, riassaporare la libertà e poter ritornare a casa sarebbe un bel regalo di compleanno, visto che il 17 giugno compirà 40 anni.
I PRECEDENTI
Nella storia dell'Eurocamera ci sono stati casi simili, anche se tutti con caratteristiche differenti. La vicenda giudiziaria più celebre d’Italia è quella di Enzo Tortora. Eletto al Parlamento europeo nel luglio 1984, con 414.514 preferenze, il 20 luglio 1984 l’ex conduttore tv tornò in libertà e tre giorni dopo si recò a Strasburgo. Poi c’è il caso dell’indipendentista catalano Oriol Junqueras, detenuto dopo il referendum ed eletto eurodeputato alle europee del 2019, non è stato però aggiunto alla lista degli eletti, presentata all’Eurocamera da Madrid, a causa della sua mancata presenza alla cerimonia di giuramento, caratteristica della legge spagnola ma assente dal diritto italiano. Nel 2023 il deputato polacco Wlodzimierz Karpinski, detenuto nel suo Paese con l’accusa di corruzione, è stato scarcerato perché eletto europarlamentare grazie alle dimissioni di un collega. C’è un caso Salis anche a Himara, cittadina dell'Albania meridionale. Il sindaco albanese di origine greca Fredi Beleri, condannato a due anni per traffico di influenze, sarà candidato al Parlamento europeo per Nuova Democrazia, partito del premier greco Kyriákos Mitsotákis. Il padre di Ilaria sarà a Strasburgo la settimana prossima in occasione della plenaria, accompagnato dall’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, candidato alle europee per Alleanza Verdi e Sinistra. «Stiamo con i nostri alleati della Sinistra italiana contro gli autocrati come Orban e contro questi metodi di detenzione barbari», ha detto il portavoce del gruppo The Left David Lundy. «Mia figlia ha assunto questa decisione non come via di fuga dal processo - ha precisato Roberto Salis - ma per poterlo affrontare nella piena tutela dei suoi diritti. La strada politica decisa è la più coerente con il suo trascorso politico».