Kata, liberato il padre: «Una lite per i soldi, adesso la ritrovo io». In un video le ultime immagini della figlia

Il fratellino della bimba scomparsa a Firenze: «Due uomini mi hanno chiesto dov’era mio zio»

Kata, liberato il padre: «Una lite per i soldi, adesso la ritrovo io». In un video le ultime immagini della figlia
di Alessia Marani, inviata a Firenze
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 21:44 - Ultimo aggiornamento: 15 Giugno, 00:47

«Con quegli altri peruviani abbiamo litigato per la stanza occupata, questione di soldi, solo loro possono avercela con la mia famiglia». Anche Miguel Angel Chicllo Romero, il papà della piccola Kata, la bimba di 5 anni scomparsa misteriosamente il 10 giugno a Firenze, indica agli inquirenti la pista della rivalità interna alla comunità sudamericana che occupa l’ex hotel Astor di via Maragliano, la chiave per risolvere il giallo. Martedì sera, prima di lasciare il carcere di Sollicciano, dove era detenuto da marzo per il furto di un portafoglio e l’indebito utilizzo delle carte di credito, ha ribadito in un colloquio con i carabinieri quanto, di fatto, già prospettato dalla moglie, Kathrina. La donna aveva spiegato di avere pagato il “pizzo” quando era entrata nell’occupazione insieme a Miguel: mille euro a un’altra famiglia che poi avrebbe continuato a pretendere ancora soldi. «Ma noi non lo abbiamo fatto, ci siamo spostati di camera e quelli non chi hanno dato più pace, nemmeno quando Miguel è finito dietro le sbarre», il suo racconto. 

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IL RACKET

L’uomo, ieri mattina, è accorso subito da Kathrina ricoverata ancora in ospedale dopo avere tentato il suicidio, poi dimessa e tornata all’Astor nel pomeriggio.

Quindi è volato a riabbracciare l’altro suo figlio, di 8 anni, ospite da un’amica. Chi lo conosce spiega che «Miguel si sentiva come un toro in gabbia, ora che è uscito ha giurato che si ritroverà Kata da solo». Ma attraverso quali canali? I carabinieri del comando provinciale fiorentino, coordinati dai pm della Dda, la Direzione distrettuale antimafia che indaga per sequestro di persona a scopo di estorsione, seguono ogni dettaglio, anche ieri hanno continuato ad ascoltare persone vicine alla famiglia, come il nonno materno, e altri occupanti. Chi è stato tirato in ballo contrattacca: «Ma se tutti sanno che uno zio di Kata è tra le persone più vicine a chi chiede il denaro». Un rebus. 

Gli inquirenti vogliono capire se, davvero, nel dedalo di liti e risse che si sono succedute nel tempo all’interno della vecchia struttura ormai fatiscente, con tanto di defenestrazione di un peruviano che la notte del 27 maggio per sfuggire a chi voleva colpirlo con una spranga di ferro, è precipitato da otto metri d’altezza (salvandosi), sia davvero celato il movente della sparizione di Kata. Le liti erano continue nello stabile, alimentate da fiumi di alcol, coltelli e armi bianche. Oltre agli uomini, ad accapigliarsi erano anche le donne. A febbraio, poi, l’assemblea dell’occupazione aveva anche discusso un fatto orribile: una quindicenne peruviana sarebbe stata abusata da un gruppo di uomini che l’avrebbero indotta a bere. Un episodio che, sostengono alcuni, potrebbe avere fatto scattare una serie di altre ritorsioni interne alla comunità peruviana, compreso il rapimento di Kata. 
Lo stesso Miguel, appresa la notizia della scomparsa della figlioletta, in carcere aveva provato per due volte a togliersi la vita. Il suo legale, l’avvocato Cristiano Toraldo, aveva presentato l’istanza di scarcerazione per farlo «stare vicino alla famiglia». Ieri, dunque, il 27enne ha potuto riabbracciare l’altro bimbo, il fratellino di Kata. Il bambino è nel gruppetto inquadrato dalla telecamera di una gioielleria mentre esce con altri ragazzini e un adulto fuori dal cortile, lato via Boccherini. 

 

IL PALLONCINO

Sono le 15.01. Tra di loro c’è anche Kata, sono festosi, hanno il pallone. Poi, però, all’improvviso Kata torna indietro, lascia gli altri, e rientra nel cortile interno. È l’ultima immagine che si ha di lei. Il fratellino, ascoltato dagli inquirenti con l’aiuto di una psicologa, ha riferito che quel pomeriggio, poco prima che la sorella svanisse nel nulla, «erano venuti due uomini a chiedere di mio zio». Non solo. «C’era un’altra persona, un uomo con un palloncino, poi Kata non l’ho vista più». La telecamera, però, non lo riprende. L’ipotesi è che sia passato da un ulteriore accesso per varcare il quale basta scavalcare un muretto sul retro. Ancora: una delle bambine che giocava con Kata, ha raccontato di averla vista trascinare via «da un signore», e suo papà lo ha riferito ai carabinieri. Tutte le tracce odorate dai cani utilizzati in questi giorni nelle ricerche della bimba, inoltre, si sono fermate al muretto. Martedì in un garage attiguo è stato rivenuto un buco, una sorta di canale, e si è pensato che lì la bambina potesse essere stata trattenuta prima di farla sparire, magari in un sacco o in una valigia. Solo una suggestione, al momento. Mamma Kathrina confida che «sento e spero che Kata sia viva» e su Facebook, scrive alla sua «principessa» che non avrà riposo «finché non ti avrò ritrovata».

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