L'ultima eruzione del Vesuvio è avvenuta nel 1944, segnando la fine di un lungo periodo di attività iniziato nel 1631. Quest'ultima fase è stata caratterizzata da un'attività persistente a partire dal 1914, con la produzione di lava e fontane di lava. Dopo il 1944, il vulcano ha subito una transizione verso uno stato di condotto ostruito, con prevalenza di attività fumarolica e bassa sismicità. Prima dell'eruzione, il cratere era quasi completamente riempito di lava, sovrastato da un piccolo cono di scorie. L'eruzione è stata monitorata e dettagliatamente descritta da Giuseppe Imbò, direttore dell'Osservatorio Vesuviano, che identificò quattro fasi principali poi descritte nei rapporti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. I paesi più colpiti dalla caduta di materiale piroclastico sono stati Terzigno, Pompei, Scafati, Angri, Nocera, Poggiomarino e Cava, con 26 vittime a causa dei crolli degli edifici. Circa 10.000 persone furono evacuate. Napoli fu risparmiata grazie ai venti favorevoli. L'eruzione si concluse con l'emissione alla fine del 1944.
Vesuvio, 18 marzo 1944 l'ultima eruzione del vulcano
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 10:29 - Ultimo aggiornamento: 13:34
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