Non solo, studiando e approfondendo la materia si scopre che la situazione di Latina - dove i medici non hanno risposto ad avvisi pubblici - ha un'analogia al Policlinico Umberto I. Lì la Regione è pronta a stabilizzare chi è entrato con borse di studio pagate da case farmaceutiche, ha avuto un contratto a progetto e oggi parteciperà alle procedure negate a chi è stato assunto nell'azienda pontina. Com'è possibile?
LA POLITICA
Unico a far sentire la sua voce dalla Regione è stato, finora, il consigliere Giuseppe Simeone. Tacciono gli altri, mentre all'interrogazione di Claudio Fazzone in Senato si è aggiunta ieri quella di Ivana Simeoni e Giuseppe Vacciano, pontini del gruppo misto. Al ministro della salute e a quello della pubblica amministrazione chiedono «quali provvedimenti, per quanto di rispettiva competenza, intendano adottare affinché sia tutelato il diritto alla stabilizzazione per i precari appartenenti alla Asl di Latina, in quanto gli unici illegittimamente esclusi dal processo di stabilizzazione»
In Regione è stato ieri il sindaco di Latina, Damiano Coletta, che in ospedale ha lavorato una vita e conosce bene il caso precari. «Il commissario della Asl, Giorgio Casati, si è attivato e sembra possibile una soluzione sanatoria, tra l'altro la consistenza numerica del personale coinvolto penalizzerebbe l'intero ospedale. Per i primi di febbraio è previsto un incontro tra me, Casati e la Regione su quello che riteniamo tutti un tema vitale per la sanità»
L'INCONTRO
L'esposto in Procura annunciato dai Medici resta una possibilità, ma il direttivo dell'Ordine ha stabilito intanto di fare un accesso agli atti, quindi di convocare un incontro «con tutti gli interessati per trattare questa grave problematica alla presenza di esperti giuslavoristi ed amministrativisti, per valutare approfonditamente gli aspetti giuridici della situazione e considerare le opportune azioni».
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