Asl, il caso precari davanti al Tar. Per la Regione: «Sono tutti abusivi»

Asl, il caso precari davanti al Tar. Per la Regione: «Sono tutti abusivi»
di Giovanni Del Giaccio
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Domenica 23 Aprile 2017, 19:09 - Ultimo aggiornamento: 19:10
 I precari che lavorano alla Asl di Latina? Quelli che mandano avanti interi reparti, magari da anni, in attesa di una stabilizzazione? Tutti abusivi. E' la linea che l'avvocatura della Regione Lazio ha adottato nel corso dell'udienza di venerdì davanti al Tribunale amministrativo regionale per discutere il ricorso presentato da centinaia di dipendenti che rischiano di non avere la riserva di posti nelle procedure, appunto, di stabilizzazione. Una vicenda che si trascina da mesi e alla quale sembrava esserci una soluzione con la legge approvata in Consiglio ma che sempre stando a quanto emerso in udienza non potrebbe considerarsi retroattiva. Il Tar non ha deciso, rinviando all'udienza di merito del 6 novembre. Secondo i giudici, infatti, non essendoci ancora bandi successivi alla delibera con la quale sono state avviate le procedure di stabilizzazione, non c'erano i presupposti per sospenderla. I legali dei circa 500 precari che si ritrovano con il rischio di non avere la riserva di posti per partecipare, hanno fatto sapere che al primo bando che verrà fatto si dovrà procedere con dei motivi aggiunti e far discutere il ricorso.
Ma il punto è altro, vale a dire il netto no che l'avvocatura della Regione pone nei confronti dei precari. Nella costituzione in giudizio, infatti, sono ritenuti irregolari tutti i lavoratori, i quali sarebbero stati assunti senza procedure concorsuali e senza autorizzazione del commissario ad acta. Sfugge un particolare: al di là della procedura sono stati assunti, hanno un contratto, rientrano nel budget che la Regione già impegna per Latina No, c'è il peccato originale della procedura di assunzione diciamo singolare e qui la Regione scarica le responsabilità sulla Asl. Che certamente le ha e pure pesanti, ma non va dimenticato che tra assessorati, cabine di regia e commissari qualcuno doveva pure controllare e non l'ha fatto. Dal canto suo l'azienda, costituendosi davanti al Tar, ha ribadito la volontà di sistemare la situazione ma al tempo stesso riconosciuto i problemi che ha creato.
Un cane che si morde la coda. Addirittura i dipendenti, se non stabilizzati ovvero esclusi dalle procedure nonostante lavorino da anni, dovrebbero chiedere il risarcimento del danno alla Asl e a sua volta la Regione avviare una procedura per danno erariale. Un contenzioso infinito e che nessuno si augura, anche perché la stessa azienda sanitaria ha ribadito che senza i precari non potrebbe andare avanti e rischierebbe di chiudere tutti gli ospedali.
Giovanni Del Giaccio