Blue Whale a Latina, indaga la polizia postale

Blue Whale a Latina, indaga la polizia postale
di Marco Cusumano
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Venerdì 19 Maggio 2017, 11:13 - Ultimo aggiornamento: 13:04
E' stata formalizzata ieri mattina la denuncia della mamma di una bambina di 10 anni inserita in un gruppo whatsapp dedicato al cosiddetto Blue Whale Challenge, il gioco della Balena Blu che avrebbe portato al suicidio decine di adolescenti in Russia. Le indagini della polizia postale sono scattate immediatamente per risalire all'identità dei promotori del gruppo. Un'indagine delicata sulla quale si mantiene un doveroso riserbo per evitare di compromettere l'esito delle verifiche che saranno presumibilmente caratterizzate da analisi tecniche sul telefonino della bambina.

Le domande sono molte, alcune piuttosto inquietanti. Come è stato possibile ottenere il numero di telefono di una ragazzina di 10 anni? Chi c'è dietro questo meccanismo perverso e quali sono i suoi reali obiettivi? Al momento non si può escludere nessuna ipotesi, neppure quella di un macabro scherzo, ma sembra più plausibile agli esperti l'azione di un emulatore da non sottovalutare. Non si tratta di una bufala come qualcuno ha insinuato ieri sul web, in maniera anonima, riferendosi a inesistenti smentite da parte delle forze dell'ordine. Da precisare, infatti, che per questo tipo di reati interviene direttamente la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.

Tutto è iniziato martedì pomeriggio quando la bambina si è rivolta alla mamma dicendole che era stata inserita in un gruppo strano. La madre, prontamente, ha verificato il telefono della figlia scoprendo che, in effetti, c'era un gruppo intitolato Balena Blu. All'interno decine di iscritti e una sorta di tutor che diffondeva indicazioni sulle regole del gioco basato sull'autolesionismo, portato alla conoscenza del grande pubblico attraverso la trasmissione Le Iene, ma in realtà già noto da anni. Sono stati sollevati dei dubbi sul reale impatto del fenomeno, fatto sta che in Russia è stato arrestato l'ideatore del Blue Whale, il ventenne Philipp Budeikin, ex studente di psicologia, accusato di avere istigato al suicidio almeno 16 adolescenti. Al di là delle origini e della portata di questa follia, resta il fatto che rischia di diventare una pericolosa realtà alla portata di bambini e adolescenti spesso indifesi.

DIALOGO CON I GENITORI, UNICA DIFESA

La notizia dell’adescamento di due bambine di quinta elementare per il gioco della morte, il “Blue Whale Challenge”, ha sollevato il velo su un problema più che mai attuale che riguarda la comunicazione e l’uso di social network e smartphone. La reazione della bambina di Latina che ha immediatamente raccontato tutto alla mamma consentendo la denuncia del gruppo “Balena Blu”, è un esempio di “buona prassi”. Il controllo dei genitori e il dialogo continuo e attento con i figli è il modo migliore, forse l’unico, per difenderli dalle insidie. Del caso di Latina si sta occupando anche il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza. La mamma che ha denunciato l’adescamento era preparata, aveva partecipato a uno dei recenti incontri organizzati dalla Questura di Latina nelle scuole per sensibilizzare i ragazzi e i genitori all’uso del web dei social media con consapevolezza e prudenza.

«Trattandosi di un tema particolarmente importante - spiega il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza della Regione Lazio Jacopo Marzetti - è mia intenzione costituire una commissione tecnica composta da esperti - tra cui magistrati, psicologi e sociologi - che abbia come obiettivo lo studio dei nuovi fenomeni che mettono in pericolo la sicurezza in rete di bambini e ragazzi e l’individuazione di opportune misure di contrasto che ne impediscano la diffusione». Lo sportello di Latina sta monitorando il caso denunciato dalla mamma, rispondendo anche a tanti altri genitori allarmati dalle notizie che circolano. Essenziale, spiegano gli esperti, è trasmettere l’importanza della presenza dei genitori, senza però sconfinare nell’allarmismo. Le insidie del web sono molte, prima ancora del “Blue Whale” c’è il cyberbullismo che ha già provocato vittime innocenti e danni psicologici enormi.

marco.cusumano@ilmessaggero.it
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