Tutto ebbe inizio il 10 aprile del 2013 quando, secondo l'accusa, Duilio Ruggeri avrebbe avvicinato un suo ex socio in affari, un uomo di 54anni originario di Latina, intimandogli di restituire del denaro. Questo rispose di non dovergli assolutamente niente e si ritrovò con una pistola puntata contro da parte di altre due persone e un ultimatum: 3mila euro entro il 17 dello stesso mese o ne avrebbe pagato le conseguenze. La vittima non si lasciò intimorire e andò a denunciare l'accaduto presso il comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma. Due finanzieri seguirono dunque il successivo incontro al quale fece seguito una telefonata intimidatoria di Duilio Ruggeri.
«Perché hai usato quelle due persone, delinquenti, per farmi paura, che hanno detto che me la vogliono far pagare?» domandò l'uomo che non voleva consegnare il denaro secondo quanto trascritto dagli inquirenti. «E questo non è niente, sono solo delle pedine, ce sta de peggio» risposte il 69enne. «Ao che me voi fa ammazzà?» replicò spaventata la vittima ma il Ruggeri rispose di no, perché in tal caso non avrebbe risolto nulla. La vicenda è poi finita in tribunale ma gli avvocati Stefano Di Pietro, Felice Petrillo e Giulio Mastrobattista sono riusciti a dimostrare l' innocenza dei fondani accusati di aver usato la pistola a scopo intimidatorio. Assolto con formula piena anche l'uomo che pretendeva i soldi difeso dall'avvocato romano Claudio Tomassini.
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