Duello Morani-Ricci: le Europee usate come primarie Pd. Entrambi candidati (con poche chance) per le elezioni Ue del prossimo giugno

Duello Morani-Ricci: le Europee usate come primarie Pd. Entrambi candidati (con poche chance) per le elezioni Ue del prossimo giugno
di Martina Marinangeli
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Martedì 23 Aprile 2024, 03:55 - Ultimo aggiornamento: 13:16

ANCONA Sulla scheda elettorale c’è scritto Europee. Ma se la si guarda in controluce, la parola Regionali spicca in maniera evidente. Almeno in quella che contiene i nomi di Alessia Morani e Matteo Ricci. Una sfida senza tempo quella tra i dem del Pesarese, rivali da sempre e ora pronti a scontrarsi finalmente sullo stesso campo di battaglia. Un campo targato Bruxelles, ma con una prospettiva molto più local. 

Ai lati del ring

La competizione interna per un posto - praticamente irraggiungibile - al parlamento europeo rappresenta in realtà una sorta di prequel delle primarie del Pd per la scelta del candidato governatore nella tornata del 2025 (o meno probabilmente 2026, a seconda dell’interpretazione che darà il Ministero dell’Interno). Il Nazareno li ha messi in lista entrambi, scelta non scontata e poco ortodossa: non solo due esponenti delle Marche, regione che dal 2004 non elegge più nessuno in Europa, ma entrambi pesaresi. E non è che nella circoscrizione del Centro mancassero le candidature. Anzi. La loro presenza denota un certo peso a Roma, ognuno sulla sua corrente di riferimento. Ma la battaglia vera tra i nemici giurati dem inizia adesso: sono stati lasciati nell’agone e sarà la forza dei numeri a decidere chi ne uscirà vincitore. 

L’abaco democrat

Ricci è stato eletto per due volte sindaco di Pesaro con ottime percentuali, ma fuori da quel perimetro non si è ancora misurato. Morani invece si è seduta per 10 anni sugli scranni parlamentari, ma non ha alle spalle esperienze amministrative di rilievo. Due figure speculari: lo yin e lo yang della politica marchigiana che lotteranno fino all’ultimo voto alle Europee per dimostrare al partito chi dei due è più meritevole della medaglia di candidato governatore.

Il sistema elettorale di questa consultazione si regge sulle preferenze e i due contendenti potranno avere lo screening preciso del loro appeal sui marchigiani. E chi otterrà il risultato personale migliore potrà presentarsi al Nazareno con una freccia decisiva al proprio arco. 

Le differenze

A remare a favore di Morani c’è la sua posizione privilegiata all’interno del Pd regionale: non solo è nella maggioranza, è una sostenitrice della prima ora (anzi, del primo minuto) della segretaria Bomprezzi e ora fa parte del suo cerchio magico. Pare scontato che nelle Marche il partito spingerà più lei di Ricci, che invece - per la prima volta da tempo immemore - si trova nella metà campo sbagliata. Al congresso regionale ha sostenuto Michela Bellomaria e ora è in minoranza. Dalla sua, però, ha diversi pesi massimi dem e un buon bacino di voti personali che potrebbero andare anche oltre il Pesarese. Ricci è il coordinatore dei sindaci Pd, presidente di Ali e alla guida - ancora per qualche mese - della città Capitale della Cultura che gli dà un bel palcoscenico a livello nazionale. Armi da sfoderare durante la campagna elettorale, insomma, ce l’hanno entrambi e pure belle affilate. Spuntarla anche di una manciata di voti farebbe la differenza in ottica Regionali. La sfida della vita per entrambi: perderla potrebbe farli sprofondare nell’oblio. Morani è fuori dal Parlamento da quasi due anni e Ricci a giugno sarà spogliato della fascia tricolore. La politica su questo è spietata: chi rimane troppo a lungo fuori dal giro non ci rientra più. I due dem, che la politica la masticano bene e da lungo tempo, lo sanno e si sono già messi in moto per evitare il dimenticatoio. Si aprono le danze e le primarie mascherate da Europee sono già sulla pista.

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