In quei venti minuti, però, suo padre ha tratto una conclusione radicale: «A Fano non abbiamo più un ospedale», ha detto al telefono Lodovico Doglioni, commissario provinciale della Lega, raccontando quanto successo mercoledì pomeriggio. Venti minuti sono il tempo necessario a percorrere in macchina la distanza da ospedale a ospedale, dal Santa Croce di Fano al San Salvatore di Pesaro. Doglioni si è rivolto alla struttura fanese dopo avere consultato il medico di famiglia, che per il ragazzo aveva diagnosticato una sospetta appendice. «Mi presento all'accettazione del pronto soccorso a Fano - prosegue il dirigente del Carroccio locale - e vedo una quantità di pazienti in attesa. Con gentilezza, il personale mi consiglia di rivolgermi a Pesaro. Al Santa Croce, invece, avrei dovuto fare la fila e attendere il chirurgo, che sarebbe stato da chiamare al telefono. Alle 16.30 nell'ospedale di Fano, terza città delle Marche, non c'era il chirurgo. Questo fatto mi è sembrato sconvolgente». Che cosa sia successo dopo, Doglioni l'ha raccontato anche sui social network. Al San Salvatore attesa ridotta: «Solo tre persone in fila rispetto alle oltre venti del pronto soccorso fanese. Subito è stata diagnosticata l'appendicite acuta e mio figlio è stato operato d'urgenza. Sono fortunato, abito a Fano e l'ospedale di Pesaro è solo a venti minuti di macchina. Ma se abitassi nell'entroterra, a trenta o quaranta chilometri dalla costa, che cosa sarebbe successo? Non oso neppure pensarlo. Che a Fano ora non si operi più, se non per interventi programmati e minori, è più che scandaloso».
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