Orte-Falconara, passi avanti ma anche tante incognite e il raddoppio resta un miraggio

Orte-Falconara, passi avanti ma anche tante incognite e il raddoppio resta un miraggio
di Martina Marinangeli
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Lunedì 22 Aprile 2024, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 15:12

ANCONA Il binario unico della vergogna. Quello che (non) corre tra Falconara e Orte, rendendo il viaggio da Ancona a Roma una corsa a ostacoli a bordo di una diligenza. L’agognato raddoppio di cui si parla da talmente tanto tempo da essere entrato di diritto nei libri di miti&leggende procede a doppia velocità.

I tratti finanziati con il Pnrr avanzano, gli altri arrancano.

Del primo gruppo fanno parte il lotto 2 tra Genga e Serra San Quirico (445 milioni di euro già appaltati) e quello tra Pm228 e Albacina, una partita da 95 milioni che taglierà il traguardo della consegna delle prestazioni entro maggio. In entrambi i casi, la deadline è fissata a giugno 2026, come prescritto dalla settata tabella di marcia del Pnrr. Per il resto, ci sono più incognite che certezze.

Cosa manca

Restano invece tra color che son sospesi il lotto 1 tra Pm228 e Genga (per il quale mancano all’appello 333 milioni di euro su un fabbisogno di 337 milioni) con il progetto di fattibilità tecnico-economica in fase di completamento, e il lotto 3 tra Serra San Quirico e Castelplanio, a cui sono stati tolti 326 milioni di euro inizialmente previsti nel Contratto di programma tra Ministero delle Infrastrutture e Rfi.

La speranza - fondata, secondo i rumors di Palazzo - è riuscire a recuperarli nel prossimo Contratto, ma ancora, di fatto, i soldi non ci sono. Per i segmenti tra Terni e Spoleto e Fabriano-Foligno, invece, non siamo ancora nemmeno alle carte. Nel primo caso si è resa necessaria la project review perché il progetto originario (dei primi anni 2000) era troppo datato e del tutto anacronistico. Per la Fabriano-Foligno, un tratto molto lungo e per gran parte in galleria, il progetto preliminare era stato inviato al Mit addirittura nel 2003, ma tutto si bloccò per mancanza di finanziamenti.

I costi

Il costo stimato allora era di 1,5 miliardi di euro, ma con i prezzi di oggi la cifra è stata rivista al rialzo e supera i 2 miliardi di euro. Inoltre, ad oggi non si intravedono altri progetti all’orizzonte. E si allontana nel tempo quel raddoppio che permetterebbe alle Marche di entrare nel terzo millennio.

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