Settanta anni in sottoveste, da Sofia Loren a Kim Basinger le regine di sensualità

Settanta anni in sottoveste, da Sofia Loren a Kim Basinger le regine di sensualità
di Veronica Timperi
4 Minuti di Lettura
Venerdì 5 Maggio 2017, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 10:35

Audace, ma mai volgare, icona di una sensualità retrò che mai come oggi è tornata di attualità, ma in tutt'altra declinazione. La sottoveste compie 70 anni ma non li dimostra affatto. In realtà esiste già dal 16esimo secolo, quando veniva usata per ridurre il girovita e sagomare la gonna.

 



Ma è nel 1947 che cambia volto e da capo usato prettamente sotto gli abiti e da sfoggiare nell'alcova, entra nel guardaroba femminile, come vestito vero e proprio. E' stato Marcel Rochas ad attuare in quell'anno quella che gli addetti ai lavori chiamarono rivoluzione della biancheria, aprendo la sua sfilata con una modella fasciata in una sottoveste di raso bianco e un corpetto di pizzo nero.

UN DONO DAL CIELO
Da questo punto in poi, gli slip dress non sono più un tabù, ed anzi, vengono utilizzati, nel cinema come nella moda, per esprimere look particolarmente femminili, per la donna fatale che vuole sedurre con malizia e senza volgarità, anche in occasioni formali. Gli uomini dei tempi, che non erano abituati a simili concessioni hanno accolto l'arrivo delle sottovesti, soprattutto nei film, come un dono dal cielo. La prima delle attrici a capirne il potere fu Marilyn Monroe, che all'inizio degli anni 50 iniziò a indossarle anche in bella vista. Modelli che esaltavano le sue forme come un tubino.
Liz Taylor ne La gatta sul tetto che scotta, nel 1958, ne indossava un modello in seta color champagne, che le fasciava la silhouette, entrando così nell'immaginario erotico maschile non solo per i suoi già famosi occhi viola, ma anche per l'innocente malizia con cui si muoveva avvolta nella succinta mise. Come dimenticare il modello nero, trasparente, di Sophia Loren in Ieri oggi e domani, nel 1963, mentre faceva lo spogliarello per un incantato Marcello Mastroianni sulle note della seducente Abat jour. Slip dress che rispecchiavano i tempi e la femminilità di allora come uno specchio della società, ancora a metà tra indumenti da boudoir e da celare sotto i vestiti e veri e propri abiti per la quotidianità.

LO SPOGLIARELLO
Diventate quasi un simbolo di liberazione nel periodo hippie, le sottovesti hanno continuato a mutare. Nei tessuti, nelle forme, nelle dimensioni. Alle versioni in chiffon si sono aggiunte quelle in seta dalle linee morbide, ma dalle misure striminzite. Tra tutte quella bianca, indossata dalla bionda Kim Basinger, nel 1986, in 9 settimane e mezzo, in uno degli spogliarelli più famosi della storia cinematografica, mentre suonava la voce graffiante di Joe Cocker in You can leave your hat on. Un modello, quello dell'attrice, che in un attimo è diventato un must nella moda, anche da giorno, sia in versione mini abito che baby doll, declinato dal bianco alle versioni pastello. E subito, negli anni 90, incontrare per strada donne che indossavano i cosiddetti abiti-sottoveste, non era più così strano.

LO STREET-STYLE
La moda, anche sui maggiori magazine di settore, ha sdoganato il capo inserendolo nello street-style. Kate Moss in questo senso ne è stata più volte testimonial, grazie anche alle sue forme minute, che non hanno mai reso esagerati i suoi look in sottoveste. Un capo, quindi, che si è evoluto con i tempi, mutando anche secondo le esigenze del fashion system. Nell'ultimo anno, ad esempio, Vente Privée, piattaforma di e-commerce, ha registrato un significativo aumento nelle vendite di questo capo, che segue la scia del trend visto sulle passerelle, del ritorno della biancheria (dai pigiama ai reggiseni) negli outfit quotidiani. Romantiche, classiche o glam, le scelte di acquisto si dividono tra chi privilegia i colori neutri e opachi (48%), i toni vitaminici e le stampa floreali (30%) e chi invece predilige i capi con taglio più sensuale ed elegante nei classici rosso e nero (22%).
Influencer, attrici e fashion blogger hanno infestato i social mostrando la duttilità delle chemise. Molte le indossano con voluminose pashmine, altre le abbinano a cardigan oversize e molte, come Chiara Ferragni, le scelgono anche come look da sera o come mise per festival glam come il Coachella. Addirittura declinandole sopra t-shirt e dolcevita, o accostandole a sneakers, ballerine o, per le occasioni più eleganti, a scarpe con il tacco. Un 70esimo anniversario, quello della sottoveste, che celebra il simbolo di una femminilità mutevole ma dal fascino antico.