Christian Dior, in mostra a Parigi il couturier del sogno

I tailleur Bar di Christian Dior_ Credits Musée des Arts Décoratifs website
di Gustavo Marco Cipolla
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Venerdì 30 Giugno 2017, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 18:05

La moda, come in genere avviene per una pièce teatrale, ha la prerogativa di emozionare e trasformare in realtà i sogni e l'immaginazione di uno sceneggiatore. Non si tratta solo di pura fantasia che nella pratica si traduce in abiti, ma di un vero e proprio sentimento che, ancor di più nell'haute couture, lo stilista interpreta attraverso le sue originali creazioni. A Parigi, in occasione dei 70 anni dalla fondazione della maison Dior, dal 5 luglio prossimo al 7 gennaio 2018, con la mostra “Christian Dior, Couturier du rêve” il sogno diventa una spettacolare mise en scène. Oltre 300 abiti, dal 1947 ad oggi, che le Musée des Arts Décoratifs, al 107 di Rue de Rivoli, porterà sul palco della moda, per incantare gli spettatori anche non appassionati di couture.
 

 


Sfiorando quella linea di confine che separa il fashion dall'arte, l'esposizione sarà un percorso visivo che viaggia dai celebri tailleur Bar, poi rivisitati e riproposti dai sei direttori creativi del brand negli anni post Dior, passando per l'estro di Yves Saint Laurent, il primo a raccogliere l'eredità di Monsieur Christian lanciando la linea a trapezio, fino a Gianfranco Ferré, architetto delle forme e di geometrie, capostipite italiano al timone della casa di moda che ha esportato il savoir faire made in Italy in Francia. I tagli maschili di Marc Bohan, l'elegante stravaganza di John Galliano, l'attitude minimal di Raf Simons e poi, naturalmente, Madame Maria Grazia Chiuri, nuova mente artistica chez Dior, dopo il suo percorso stilistico in tandem con Pier Paolo Piccioli da Valentino, la cui estetica è espressione di un “New Look” femminile e femminista. Nella mostra curata da Florence Müller e Olivier Gabet, capi iconici, teatrali, suggestioni ottiche e tattili che Bernard Arnault, proprietario del marchio con il gruppo Lvmh, ha voluto dedicare alla maison per celebrare, in occasione del settantesimo compleanno, il fascino dell'haute couture.

Accanto agli iconici abiti di alta sartoria provenienti dal vasto archivio della maison parigina, e dopo la retrospettiva del 1987 sui primi dieci anni di attività di Christian Dior dal '47 al '57 sempre al Musée des Arts Décoratifs, l'esposizione vanta anche documenti, illustrazioni, croquis di ricamo, fotografie, spezzoni video delle sfilate, manoscritti e immagini delle storiche campagne pubblicitarie. In un dialogo costante con oggetti d'arte e sculture, in particolare di Art Nouveau, di cui Monsieur Dior era collezionista. Rivoluzionario, ideatore di quel “New Look” che con la collezione primavera-estate 1947 avrebbe portato in scena nel secondo dopoguerra una nuova e sinuosa femminilità, disegnando la silhouette con creazioni ispirate alla cultura accademica del “ballet classique”, Christian Dior ha rilanciato in Francia l'industria tessile e l'occupazione nel settore regalando a Parigi il suo ruolo di capitale della moda. E il percorso espositivo omaggia quello che da atelier parigino sarebbe diventato successivamente il simbolo internazionale del lusso.

Un gioco letterario che scava nel ricchissimo archivio “Dior Héritage”, portando alla luce tesori che hanno più di mezzo secolo di storia, ma non lasciano un ricordo nostalgico.
Da Grace di Monaco a Lady Diana, spaziando per le regine dei red carpet Jennifer Lawrence e Charlize Theron che di Dior è brand ambassador, alcuni degli abiti esposti appartengono a collezionisti privati affezionati alla casa di moda. Visioni artistiche e fotografia, colori e texture si mescolano negli ambienti ricreati nello spazio di 3000 metri quadri del museo dall'architetto Nathalie Crinière ed evocano una galleria d'arte, un strada, un boudoir, atmosfere da viaggio o un magico giardino. Un'esposizione che accentua la consapevolezza di una moda in continua evoluzione, che sa guardare al passato ricontestualizzandolo nella modernità. Attualità che, in fin dei conti, si nutre dei social, nuove passerelle della couture.

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