I monumenti di Roma diventano gioielli tra le mani di 2 giovani creatrici romane

Costanza De Cecco e Giulia Giannini di Co.Ro.Jewels
di Valentina Venturi
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Sabato 20 Maggio 2017, 16:48 - Ultimo aggiornamento: 16:50

Tutto prende forma dal liceo Visconti. L’amicizia nata tra i banchi di scuola, la voglia di creare qualcosa di unico e ovviamente il nome. Perché Costanza De Cecco e Giulia Giannini sono le creatrici di Co.Ro.Jewels, brand di gioielli ‘architettonici’, che mira al mercato internazionale, ma il cui cuore batte a Roma.

La loro è “architettura da indossare”, tanto che tra le varie linee, il gioiello che finora le ha maggiormente contraddistinte è il Gasometro: «Di sicuro è legato a doppio filo alla nostra storia», commentano le due romane.

Cosa significa Co.Ro.?
«Il nostro brand deriva da Collegio Romano, la piazza dove stava il nostro liceo, il Visconti. Quando abbiamo scelto il nome del nostro marchio (era il 2011), avevamo in mente qualcosa di speciale. Ci siamo interrogate su quando fosse iniziato tutto: eravamo al liceo, ed ecco Co.Ro.. E poi ci piace che sia un CoRo di più voci, fatto da noi e da tutti i nostri collaboratori».

Quando è nata l’idea di diventare designers di gioielli?
«Siamo amiche da molti anni, abbiamo frequentato la stessa scuola e proseguito insieme portando avanti studi e passioni comuni, in particolare l’amore per l’architettura e il design, che ci ha sempre legato. Co.Ro. è un progetto nato quando eravamo adolescenti, maturato nel tempo e che ha preso forma concreta alla fine del 2014».

Siete laureate in architettura. I gioielli risentono di questa ‘de-formazione’ professionale?
«L’architettura è protagonista delle nostre collezioni, fonte di ispirazione a cui ci rivolgiamo spontaneamente, materia che tutti i giorni scopriamo ed approfondiamo. Per esempio l'ultimo gioiello ha come riferimento l'hangar di Pier Luigi Nervi».

Da chi nasce l’idea?
«Prende forma insieme. Chi ha l’intuizione ne parla con l’altra, poi ampliamo il pensiero confrontandoci. Tutto nasce a Roma, produciamo tutto in Italia, tanto che seguiamo anche i prototipi che poi vengono realizzati».

Quale gioiello vi definisce meglio?
«Ci piacciono molto gli anelli. Di sicuro quelli con il richiamo a Roma ci hanno dato più successo, dal Gasometro al Colosseo quadrato di Nervi. In effetti si conferma la nostra filosofia di fondo: la voglia di ispirarci a strutture e dettagli dell’architettura. Ci piace far scoprire il particolare di un edificio che magari sfugge o non viene notato subito».
 

 


Cosa prevede il vostro futuro?
«Abbiamo appena preso uno showroom a Parigi, dove a giugno presentiamo la prima collezione. Eravamo già state alla Fiera di Parigi per due stagioni, ma così la visibilità sarà maggiore. La diffusione mondiale è iniziata con i rivenditori all’estero, come per esempio a Tokyo».

Avete un sogno nel cassetto?
«Intanto Co.Ro.
E poi di ampliare la produzione; magari dopo i gioielli passare agli oggetti di design per la casa o altri accessori».

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