Il castagno piantato all'Onu è uno dei centinaia di cloni che sono stati creati dal grande albero secolare descritto nel celebre Diario. La giovanissima Anna lo vedeva dalla finestra della sua casa di Amsterdam, al numero 263 della Prinsengracht.
Nelle pagine scritte dalla Frank la pianta viene raccontata con tenerezza: «Il nostro castagno è in piena fioritura dai rami più bassi alla cima, è carico di foglie e molto più bello dell'anno scorso», si legge nel Diario alla data del 13 maggio 1944, due mesi e mezzo prima del raid della Gestapo nell'alloggio segreto dove si nascondeva la famiglia Frank. L'ippocastano, simbolo per la ragazzina della libertà negata, si era però gravemente ammalato e nel 2013, 150 anni dopo esser stato piantato nel giardino di un vicino del rifugio dei Frank, era stato abbattuto. Grazie all'opera di una fondazione, arbusti ricavati dalla pianta madre erano stati distribuiti in varie località in Europa (anche in Italia, da Varese a Roma) e negli Usa. Oltre a Ground Zero e alla Casa Bianca, un esemplare è stato destinato al Museo dei Bambini di Indianapolis che ha una sezione dedicata ad Anna Frank.
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