E perché mai litigano i supereroi sempre intenzionati a difendere l’umanità? Perché, dopo i danni collaterali causati da una loro missione in Nigeria, i politici reclamano una forma di controllo sulle iniziative spericolate dello scalpitante team. Gli Avengers si dividono allora in due squadre contrapposte: quella guidata da Steve Rogers/Captain America rifiuta i controlli e vuole mantenere la libertà di azione (ne fanno parte Sam Wilson, Bucky Barnes, Occhio di Falco, Ant-Man e Scarlet); la fazione che fa capo a Tony Stark/Iron Man (composta da Vedova Nera, War Machine, Visione e Black Panther) a sorpresa decide invece di sostenere il sistema di vigilanza deciso dal governo.
COMPLICITA’
Si salvi chi può. Ma tanto se le danno sullo schermo, tanto nella realtà ostentano affiatamento e complicità le star che interpretano il kolossal e ieri hanno preso parte alla scoppiettante première londinese del film. Pacche sulle spalle, battute e sghignazzi scandiscono l’incontro con i giornalisti: «Sul set c’era un’atmosfera distesa e divertente, ce la siamo goduta», giurano a una voce Robert Downey jr serioso in cravatta (fa Stark/Iron Man) e il ”rivale” Chris Evans che indossa per la quinta volta la tuta bianco-rossa-blu e lo scudo argentato di Captain America. Pronti allo scherzo (e all’inevitabile sequel) anche gli altri protagonisti Paul Rudd, Jeremy Renner, Anthony Mackie, Paul Bettany, il nuovo cattivo Daniel Bruhl, Emily Van Camp e Elizabeth Olsen (a Londra erano assenti Scarlett Johannson e Don Cheadle).
«Quando, dopo Winter Soldier, abbiamo deciso di dirigere questo nuovo capitolo della saga Marvel», raccontano i fratelli registi Anthony e Joe Russo, «abbiamo sentito il bisogno di muoverci in una direzione estrema e mettere a fuoco il rapporto degli Avengers fra di loro. Tutti i personaggi sono protagonisti e anche antagonisti, un po’ nella ragione e un po’ nel torto. Il film è radicato nella realtà, contiene sottotesti politici che riflettono i problemi del mondo: perciò è più attuale per il pubblico».
CONFLITTO
Evans tiene a sottolineare la complessità del suo personaggio: «Di solito Captain America non ha dubbi sul da farsi perché sa di essere dalla parte del bene», dice l’attore, «ma ora, per la prima volta, non ha più tanto chiaro cosa è giusto e cosa sbagliato. Succede anche nella vita reale». Aggiunge Downey Junior che nel 2008 inaugurò con Iron Man la saga degli Avengers, arrivata oggi al 12mo titolo: «La turbolenza tra il mio personaggio e Captain America crea una dinamica interessante per il pubblico».
L’universo degli Avengers registra oggi due new entry: T’Challa/Black Panthers che, interpretato da Chadwick Boseman, sarà nel 2018 protagonista di un film tutto suo, e Spider Man che ha il volto dell’attore 19enne Tom Holland. «Con tutta la concorrenza che c’è», spiega Kevin Feige, presidente dei Marvel Studios e produttore di Captain America: Civil War, «la forza dell’universo Marvel sta nella complessità dei personaggi. Tutti, a loro mondo, sono anche imperfetti, ecco perché piacciono tanto».
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