Elezioni, la carta social dei leader ma mancano i temi chiave

Elezioni, la carta social dei leader ma mancano i temi chiave
di Mario Ajello
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Domenica 25 Febbraio 2018, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 26 Febbraio, 14:49
Guai a parlare di ius soli - e pensare che alla vigilia della campagna elettorale sembra esistere solo questo - perché non conviene. Converrebbe puntare sul tema scuola, specialmente agli avversari della BuonaScuola, la riforma renziana, ma niente: forse perché è una questione troppo impegnativa. E allora l’Europa? Quasi dimenticata. La campagna su Facebook, Twitter, Instagram, WhattsApp e via dicendo, da parte dei vari leader, sembra più emozionale («fiducia», datecela; «paura», va sconfitta) che programmatica. Più martellante anche nella sua genericità, #primagliitaliani, che argomentata. E più la si spara grossa, più fioccano i like. 

I VIDEO
Comunque che campagna elettorale fa sul web si può vedere nell’analisi sulla comunicazione social di Renzi, Berlusconi, Salvini e gli altri, appena messa in rete da YouTrend. Il tema forte è quello della berlusconiana Flat Tax. I temi deboli sono tanti. Esempio: che cosa ci sarebbe di più essenziale, alla crescita, allo sviluppo e alla ripresa del lavoro, che uno o più, magari diversi e contrapposti, piani per il potenziamento delle infrastrutture? Non se ne vedono. YouTrend ha calcolato una media di 30 tweet/post al giorno per ognuno dei leader: tanti ne scrivono. E dunque, spariti i faccia a faccia in tivvù, molto si gioca sulla tastiera. Ma non solo. L’altro giorno è stato subissato di visualizzazioni e di commenti il Digital WhattsApp Live di Salvini. Il quale ha ripreso se stesso con il telefonino e ha diffuso via social il video della sua visita al centro profughi su via Aurelia, quello in cui gli ospiti protestano perché vogliono più soldi. «Hanno pure un bel parco - si lamenta Salvini nel suo live - e noi paghiamo. Ma non gli basta, vogliono più soldi dagli italiani questi presunti profughi». E arrivano commenti così: «Capitano, pensaci tu!». E il tutto funge naturalmente da spot. Autoprodotto e non confezionato da un’agenzia, la Proforma, come quello per Renzi che sta circolando molto. Una famiglia in auto, il babbo non fa che ripetere «comunque io il Pd non lo voto» e di colpo si avvicina al finestrino un tizio in bici, è Renzi e dice con voce carezzevole: «Sicuro, sicuro?». 

Molta personalizzazione, ecco, più che forti visioni sul futuro del Paese. O dettagliate ricette su cui costruire prospettive. «Le ultime due settimane - si legge nel focus di YouTrend - hanno visto al centro della scena da un lato Macerata e il suo seguito e dall’altro l’affare Rimborsopoli di M5S. Il primo elemento ha condizionato fortemente il filone immigrazione/sicurezza di Salvini, che ha concentrato ed intensificato i suoi post ed i suoi tweet su questo tema, accelerando complessivamente il ritmo. Il secondo aspetto, invece, ha frenato in parte Di Maio (522 in totale tra tweet e post dal primo gennaio) che ha dovuto per la prima volta affrontare la difesa da uno scandalo». 

IL NUOVO E IL VECCHIO
E’ di Berlusconi comunque il tema forte della campagna social: la Flat Tax. Anche se il punto di partenza di Berlusconi è sempre la televisione: lì insiste sulla Flat Tax in interviste e comparsate e poi fa viralizzare le dichiarazioni sui social. «In Renzi - incalza YouTrend - c’è una sorta di schizofrenia mediatica. Alterna momenti in cui ignora l’avversario politico ad altri in cui lo attacca con veemenza. Una comunicazione che non riesce a far emergere i tratti fondanti della sua narrazione». E Grasso? «Non decolla». I principali protagonisti della corsa elettorale, e non solo Salvini, nelle ultime due settimane hanno puntato come tema forte su immigrazione e sicurezza Salvini nel 68,9 per cento dei casi parla di questo, la Meloni nel 75,5, Renzi nel 25,5. La Bonino è l’unica a dare un buon risalto ai diritti civili. Quasi totalmente assenti dal dibattito, invece, la politica estera e le riforme istituzionali». 

Nel complesso, più che l’aspetto contenutistico, è l’aspetto propagandistico a prevalere. E sarà pure 2.0 questa campagna sui new media, ma sempre di slogan e di risse si tratta. 
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