Elio dice basta: «Le Storie Tese finiscono qui». La band si scioglie

Elio dice basta: «Le Storie Tese finiscono qui». La band si scioglie
di Marco Molendini
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Mercoledì 18 Ottobre 2017, 00:05 - Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 00:16
Niente scherzi, stavolta si fa sul serio. È tempo d’addii in casa Storie Tese. «Ormai siamo antiquariato e vogliamo fare altro», conferma Stefano Belisari in arte Elio, portavoce e frontman del gruppo da quasi quarant’anni portabandiera sul fronte musicale demenzial-provocatorio. E per salutare, promette, «vogliamo i fuochi d’artificio per una serata che sarà una cavalcata alla Renato Zero, o Vasco Rossi: tre ore con tutte le nostre canzoni, e gli amici che ci hanno accompagnato». Non scherza Elio, dando appuntamento per il «concerto definitivo» a febbraio, anche se è pronto a giocare sul tema degli addii «che oggi - commenta – piacciono molto».

Siamo appena reduci da un anno di saluti da parte dei Pooh. Che, però, dividendosi si sono moltiplicati: ognuno di loro ora prepara concerti e tour. Non è che farete lo stesso?
«Ma noi siamo grandi allievi dei Pooh. Ci piacerebbe fare un lungo tour d’addio che dura come il loro o come quello dei Deep Purple. Solo che a Roma lo abbiamo già fatto quest’estate e non ci si è filato nessuno».

Il guaio è che è molto difficile prendervi sul serio.
«Proprio così, è il nostro limite. Ma, in questo caso, è la pura verità. Non è come l’altra volta»

Quale?
«Nel 1988, ancora prima di diventare famosi facemmo un concerto d’addio, dopo solo sette anni di attività. Ma, in quel caso, si trattava dichiaratamente di un falso».

È anche difficile immaginare che una band decida di sciogliersi quando le cose vanno a gonfie vele: Elio e le Storie Tese non hanno mai avuto tanta visibilità come negli ultimi tempi.
«È vero siamo in forma, lo ammetto. Ma quello è il bello: chiudere alla grandissima. Non è da tutti».

Il primo a gettare la spugna è stato Rocco Tanica.
«Ma Rocco ha continuato a starci vicino, anche senza suonare, Ci ha detto che andare sul palco gli genera ansia».

Però Rocco poi è andato a Sanremo. Lì, nel luogo delle ansie, non aveva ansie?
«No, perché era da solo. Dice che gli dà ansia essere in tanti».

Insomma, vi siete stufati davvero.
«Siamo gente che suona bene dal vivo in un mondo di giovani che vogliono solo youtuber, blogger, follower. Ma, soprattutto, non vogliamo finire come i Ramones. Al loro ultimo concerto provai una tristezza infinita. Non erano più loro e non voglio arrivare a quel punto».

Intanto, se ne va in giro con una sua versione del Flauto magico di Mozart.
«È un periodo in cui sto lavorando come mai. Forse si sono accorti tardi di me».

Sarà stato anche merito dell’esposizione che ha avuto a X Factor.
«L’ho fatto per cinque anni e ne ho vinti due. L’ultimo è stato il più bello. C’era una bella squadra con Mika, siamo stati bene insieme. Ora sto andando in onda con Extra Factor, uno spin off di X Factor che fa molto ridere per i suoi contributi folli. Ma la cosa che più mi diverte è l’idea di rifare i Monty Python».

Di che si tratta?
«Andiamo in scena al Teatro San Babila di Milano con Spamalot, tratto dal musical Monty Python e il Sacro Graal (dal 6 al 18 febbraio). Sono pazzo dei Monty Python. E, in questo caso, sono tranquillo della qualità dell’adattamento italiano, perché a farlo è stato il fedele amico Rocco Tanica».

Tornando a Mozart e al Flauto magico che presenta all’Università, la sua passione per la lirica l’aveva addirittura portata a Sanremo, un paio di edizioni fa, con “Vincere l’odio”.
«Ho una formazione classica, poi con le Storie Tese mi sono trasformato in un divulgatore della musica classica fra i non appassionati. Del resto, nel mondo classico c’è una quantità di bellezza ineguagliabile dal pop, specie quello attuale. Soffro ascoltando le tante brutte cose che ci sono. Oggi fare ascoltare Mozart diventa addirittura un’opera buona».

Anche giocandoci su come fate voi?
«Una volta con Rocco Tanica eravamo in piena crisi creativa. Abbiamo preso uno spartito di Benedetto Marcello e lo abbiamo capovolto ed è diventato un pezzettino finito nel nostro primo disco».

Stakanovisti del live, con quasi quattro decenni di storia alle spalle (il primo nucleo si è formato negli anni ‘70 al liceo scientifico Einstein di Milano, ma il primo concerto ufficiale è dell’80 a una festa di pensionati milanesi) le Storie Tese diranno addio il 2 febbraio al Forum di Assago, ultimo rinvio di un appuntamento più volte procrastinato per sopraggiunti impegni dei suoi componenti. Elio, invece, martedì 24 sarà nell’Aula Magna della Sapienza, come voce recitante e baritono del Flauto magico con l’Ensemble Berlin, formato da musicisti dei Philarmoniker, e alla soprano Julia Bauer per quello che definisce «un piano diabolico di divulgazione», che lo ha già visto impegnato in una rivisitazione del Barbiere di Rossini e con Pierino e il lupo di Prokofiev.
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