Forze armate all’altezza: via la misura minima dai parametri per diventare militare, poliziotto e vigile del fuoco

Forze armate all’altezza: via la misura minima dai parametri per diventare militare, poliziotto e vigile del fuoco
di Valeria Arnaldi
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Venerdì 31 Luglio 2015, 23:42 - Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 12:36
«Mamma ti ricordi quando ero piccoletto, che mi ci voleva la scala accanto al letto, come sono cresciuto mamma mia devi vedere... figurati che faccio il corazziere». Sono finiti - o quasi - i tempi del "Piccolo Corazziere" di Renato Rascel, che cantava di "corazzieri tutti uguali di statura". L'altezza non sarà più un requisito per entrare nelle forze armate, in quelle di polizia a ordinamento militare e civile e nei vigili del fuoco. A deciderlo è stato il Consiglio dei Ministri che ieri, in esame preliminare, ha approvato il Regolamento in materia di parametri fisici per l'ammissione ai concorsi per i reclutamenti. La grande rivoluzione è proprio sulla voce "altezza minima", cancellata e sostituita da altri parametri ritenuti più consoni ai "corpi" presi in esame, ossia composizione corporea, forza muscolare e massa metabolicamente attiva. Insomma, alti o bassi poco importa, a fare la differenza saranno la massa magra e la tonicità.



PRESTANTI

Più banalmente, gli aspiranti militari e agenti dovranno essere prestanti, una garanzia per le future attività che dovranno svolgere che sarà puntualmente e soppesata: massa grassa e forza muscolare dovranno rientrare in limiti fissati da apposite tabelle. La proposta di riforma è arrivata "dall'alto", ossia dallo stesso premier Matteo Renzi, insieme ai ministri della Difesa Roberta Pinotti, dell'Interno Angelino Alfano, dell'economia e delle finanze Pier Carlo Padoan e delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina.

«Si è deciso quindi - indica una nota del Consiglio dei ministri - di non precludere l'accesso alle forze armate, alle forze di polizia e al corpo dei vigili del fuoco in ragione della mancanza del requisito dell'altezza minima prevista dalle attuali disposizioni, ma di consentire la valutazione dei soggetti in base a differenti parametri dai quali possa comunque desumersi la più generale ma imprescindibile idoneità fisica del candidato allo svolgimento del servizio militare o d'istituto».



IL PERCORSO

Il regolamento è il frutto di un percorso più lungo che poggia le sue basi sulla legge numero 2 del 12 gennaio scorso, con cui sono state modificate le disposizioni relative ai parametri fisici per l'accesso alla carriera militare. Il Regolamento tradurrà in pratica una riforma attesa da molti. La disciplina vigente nelle Forze Armate prevede il limite minimo di 1,65 metri per gli uomini e 1,61 per le donne. Base che è 1,65 pure per gli ufficiali piloti della Marina Militare, gli ufficiali dei ruoli naviganti dell'Aeronautica e i vigili del fuoco, e, sale a 1,70, per gli uomini e 1,65 per le donne nell'Arma dei Carabinieri. Già a luglio 2009, la legge numero 93 aveva previsto la deroga del limite abbassato a 1,50 metri per i congiunti di appartenenti alle Forze armate vittime del dovere. Ma, appunto, di eccezione si trattava. Ora, invece, i centimetri scompaiono dal regolamento. Sia per il limite minimo, che per quello massimo, fissato in 1,95 metri per le Forze Armate e 1,90 per i piloti della Marina militare e per gli ufficiali dei ruoli naviganti dell'Aeronautica.



Obiettivo della legge è rimuovere una discriminazione che non tiene conto della struttura fisica dei candidati. Eppure qualche discriminazione rischia di rimanere. Se i centimetri non contano più, a diventare determinanti potrebbero essere i chili. Le tabelle saranno chiare, ovviamente differenziate per uomini e donne. Così, ad esempio, la percentuale di massa grassa nell'organismo dovrà essere non inferiore al 7% e non superiore al 22% per gli uomini, e non dovrà essere inferiore al 12% e non superiore al 30% per le donne. La forza muscolare salirà sulla "bilancia": espressa in chilogrammi, non dovrà essere inferiore ai 40 chili per i candidati di sesso maschile e a 20 per le colleghe. Per dirla in breve, arriverà una sorta di "prova divisa".



DIRETTIVE TECNICHE

Le regole saranno ulteriormente definite da direttive tecniche che stabiliranno in modo omogeneo tra Forze Armate e di polizia le modalità di accertamento dei requisiti. Una riforma, o meglio una prospettiva di riforma, che ieri è stata applaudita da molti aspiranti militari che, fino ad oggi, avevano fatto i conti, perdendo, con l'unico parametro su cui non potevano intervenire con allenamento e determinazione. Un dono di natura che rischiava di rendere poco democratico l'accesso alla divisa. Approvato in esame preliminare, ora il decreto andrà al Consiglio di Stato e alle commissioni parlamentari competenti per un parere. Fino ad allora, rimarrà l'obbligo di essere "all'altezza" delle aspettative dell'Arma. [
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