M5S, dal video-selfie in bagno agli scranni di Montecitorio: la corsa degli aspiranti onorevoli

M5S, dal video-selfie in bagno agli scranni di Montecitorio: la corsa degli aspiranti onorevoli
di Mario Ajello
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Mercoledì 17 Gennaio 2018, 23:49 - Ultimo aggiornamento: 18 Gennaio, 00:00
Cos’è quel rumore, è la centrifuga della lavatrice? Sì. E funge anche da marcia trionfale per la possibile elezione in Parlamento di Giovanni Di Caro, che parla di sé da bagno di casa, e promette che s’impegnerà per il «guelfare» (cioé il welfare), non ha un’aria sveglissima ma è onesto («Non mi candido per arricchire la mia tasca») e se potesse, essendone uno specialista, si metterebbe a cantare le cover di Pooh, di Vasco e dei Beatles. Ma non lo fa, anche perché, per smorzare i frizzi e i lazzi che subito si sono scatenati su di lui, nelle ultime ore ha sostituito quel video con un altro. 

CHE MUSICA!
«All you need is love» è di fatto il programma beatlesiano di molti dei 15.000 aspiranti onorevoli M5S che si mettono in vetrina («Ciao a tutti, ora vi introduco me stesso») per farsi votare dai grillini. Fabrizio Dresda, che corre a Taranto per un seggio a Montecitorio, vorrebbe somigliare - e un po’ ci riesce: ha la chioma ossigenata? - a Kurt Kobain e in sottofondo si sente «Smell like ten spirits» mentre in primo piano c’è lui, «ricercatore indipendente e fruttariano», che si candida affinché l’Italia possa recuperare la sua sovranità finanziaria». E deve aver letto questi concetti nel libro che spicca alle sue spalle, intitolato «Soldi». Non fa l’autista, ma si muove tutto il giorno perché «per me i rapporti sono importanti», Alessio Carrozzo, ex carabiniere, che s’è fatto il video-selfie in auto e ha idee chiare da portare alla Camera: «Il mio ruolo è quello di rapportarmi a tantissimi imprenditori, e non vi nego che i contatti di essi sia nato (ndr: dice proprio così, non ci sono errori di battuta) un bel rapporto perché quando io vado a lavorare, vado a lavorare con la mia spilla». E mostra orgoglioso, sul bavero, il simbolo M5S. 

A vederli uno dopo l’altro questi auto-candidati da Votantonio, Votantonio, molti dei quali finiranno in Parlamento, viene da pensare a quella scena di un film di Woody Allen su un concorso intitolato «Welcome idiots». Ma alcuni dei concorrenti in questo caso sono serissimi. Parla in calabrese, ed è di Tropea, ma ha tante enciclopedie alle sue spalle e unì’abat-jour da perfetto salottino di provincia, il trentenne Domenico Cortese. Ha inventato un quantitative easing alla ‘nudja. Ovvero: un «bazooka monetario», come quello che il presidente della Bce, ma mirato sulla Calabria. Regione che grazie a lui, se diventerà onorevole, potrà stampare una moneta parallela che consentirebbe di estendere la spesa ogni qualsiasi vincolo imposto» e «avere una virtualità pressoché infinita». Insomma Calabria Felix, con il Votadomenico, Votadomenico. E magari Cortese diventerà il nuovo Di Maio. 

GUERRE STELLARI
Cosimo Matichecchia, classe ‘51, in corsa per la circoscrizione Europa, non ha un programma preciso, o almeno non lo vuole svelare in anticipo per non farselo rubare: «Ci sarebbero tanti punti da affrontare, centinaia da risolvere. Io comunque ho sempre battagliato nella mia vita». In questo gli è simile Giovanni Manzo (pugliese diretto a Montecitorio), la cui lotta è stata da portavoce del Comitato anti-strisce blu in Salento: «Io credo nella funzione del comitato perché consente ai cittadini di combattere battaglie importanti». Più visionario Alessandro Pagano, convinto forse che la terra sia minacciata da un’invasione degli alieni, fa precedere il suo speach dalle immagini di Interstellar e poi: «Se mi permettete una battuta, essere un bancario è già una cosa; essere un assicuratore è peggio; figuriamoci essere come me un bancario assicuratore».

E Ferruccio Cittadini (già il cognome è un programma)? La voce fuori campo di una signorina gli chiede: «E’ un cognome d’arte, a 5 stelle?». E lui, sornione: «Ma no, sono semplicemente nato con un cognome pentastellato». Lui è global, infatti corre per la circoscrizione estero, ma a suo modo lo è anche Elisabetta Caldarola, energica quarantacinquenne, «mamma nubile con spiccata coscienza politica» e specializzata in «smart walking», che narra: «Ho vissuto a Foggia, Cerignola, Bari, Trani». Venire a contatto con culture e tradizioni così lontane tra di loro deve certamente avere arricchito il suo “bagaglio esperenziale” e le sue prospettive sul mondo. 

BABBO NATALE E L’ABETE
Ma occhio a Babbo Natale. Non è proprio lui, ma ha il viso rubizzo come Santa Claus e anche il lungo barbone bianco (con in più uno sciarpone giallo e tanti anelli alle dita): «Salve, mi chiamo Alfonso Coletta, ho 69 anni e desidero candidarmi per il Senato». Parla dalla sua scrivania, ed è sommerso dalle carte: contengono i doni programmatici per gli italiani che spacchetterà quando arriva a Palazzo Madama? Morris Ifarajimi, fotografo, 31 anni, è lanciatissimo: «Ho percorso tanti chilometri per mangiare una pizza con Fraccaro» (il principale colonnello di Di Maio). Paolo Pasini, romagnolo, non ha ancora un seggio ma ha alle sue spalle un albero di Natale insieme a un «curriculum alternativamente prestigioso». Più o meno prestigioso di quello di Alessia Cuppone, bella morona leccese di 25 anni? «Sto nel mondo dello spettacolo e ho fatto teatro fin da quando ero bambina». Ministro della cultura sarebbe il posto che le spetta davvero. 
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