«Li incontriamo per la strada, sentiamo parlare di loro, bussano alle nostre case ma non sappiamo nulla della vita che conducono e dei sentimenti che li animano: perciò, per la prima volta nella storia del cinema italiano, ho deciso di squarciare il velo sui Testimoni di Geova raccontando una storia che li riguarda», dice il regista Marco Danieli, 40 anni, che il 7 settembre porterà alla Mostra di Venezia, alle Giornate degli Autori, la sua opera prima La ragazza del mondo, uno dei debutti più attesi della nuova stagione.
Il film, interpretato da due esponenti dello star system d’autore come Sara Serraiocco e Michele Riondino (del cast fanno parte anche Marco Leonardi, Stefania Montorsi, Lucia Mascino e Pippo Delbono), è stato prodotto da CSC Production con RaiCinema in coproduzione con Barbary Films e uscirà in sala con Bolero alla fine di settembre.
Intanto, è destinato a far discutere. La vicenda di Giulia, giovane Testimone di Geova che abbandona la famiglia e la comunità per amore di Libero, uno spacciatore appena uscito di galera, non solo è una storia forte che si sviluppa in un crescendo drammatico, ma porta alla luce le rigidissime regole del movimento religioso nato nel 1870 in Pennsylvania e oggi presente ovunque: non sono ammessi i rapporti personali con gli estranei, ”la gente del mondo”, le donne non possono andare all’università e chi lascia la comunità incontra un feroce ostracismo.
FUORIUSCITI
TRANSFUGA
Ed proprio una giovane ”disassociata” ad aver ispirato Danieli, raccontandogli la sua storia di transfuga dal movimento per amore di un ”ragazzo del mondo”. «All’inizio, visto che in Italia è complicatissimo mettere in piedi un progetto che non sia una commedia, avevo deciso di realizzare un documentario, poi ho trovato i finanziamenti e ho scritto la sceneggiatura del film con Antonio Manca».
E come si è documentato? «Ho parlato con molti ex Testimoni e frequentato, da auditore, le adunanze di una congregazione romana dove sono stato accolto con calore e disponibilità». Ma è vero che i Testimoni non possono frequentare gli estranei e alle donne viene impedito di andare all’università, come capita alla protagonista del film? «Cercano di proteggersi dal mondo, considerandolo sporco, pericolosamente in contrasto con i loro ideali religiosi. Quanto agli studi, non sono proibiti ma sconsigliati a tutti perché toglierebbero tempo all’approfondimento biblico e all’opera di proselitismo».
PERCORSO
La ragazza del mondo è stato già prenotato da alcuni festival internazionali, in Corea e in Inghilterra. «E’ una bella soddisfazione per chi fa film drammatici», osserva Danieli, che ha già in cantiere una nuova sceneggiatura: «Avrà ancora una volta
Se bussa uno sconosciuto, Parla Marco Danieli, regista esordiente che porta a Venezia “La ragazza del mondo”
di Gloria Satta
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Venerdì 26 Agosto 2016, 00:47 - Ultimo aggiornamento: 2 Settembre, 17:22
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