Pensioni anticipate: via all’Ape volontaria, corsa per gli arretrati

Pensioni anticipate: via all’Ape volontaria, corsa per gli arretrati
di Luca Cifoni
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Mercoledì 14 Febbraio 2018, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 12 Marzo, 20:19
Stavolta si parte davvero. O meglio, da poche ore è possibile simulare sul sito Inps l’importo dell’Ape volontario a cui si ha diritto e presentare all’istituto la relativa domanda di certificazione. Una volta ottenuta (entro al massimo 60 giorni) la certificazione si potrà poi indicare (sempre all’Inps) l’istituto bancario dal quale si desidera ricevere l’anticipo, un trattamento in forma di prestito da percepire fino a quando si matura il diritto alla pensione. Terminato questo periodo, il neo-pensionato inizierà a restituire quanto ricevuto in 12 rate mensili per 20 anni. L’Ape volontario è legge dal maggio dello scorso anno, ma è stato necessario attendere prima il decreto della Presidenza del Consiglio (Dpcm), poi l’accordo con banche e assicurazioni, che rispettivamente erogano il prestito ed emettono la polizza assicurativa che scatta nel caso in cui il pensionato muoia prima di aver completato la restituzione. 

IL SIMULATORE
Proprio per il tempo trascorso ci sono potenziali interessati che hanno il diritto a percepire arretrati di Ape maturati tra il maggio 2017 e la data di entrata in vigore del Dpcm (18 ottobre): queste persone, nate entro il 18 maggio 1954, devono fare domanda entro il prossimo 18 aprile e dunque hanno interesse a presentare quanto prima la richiesta di certificazione. Il simulatore, che non richiede credenziali, dovrebbe servire a farsi un’idea della convenienza di questa formula: in sostanza se vale la pena di rinunciare a un pezzetto di pensione futura per garantirsi un trattamento anticipato. Inseriti i propri dati si ottiene l’importo della rata netta da restituire “alleggerito” grazie a un credito d’imposta pari al 50% di quanto versato per interessi e premio assicurativo. L’incidenza della trattenuta applicata per 20 anni dipende naturalmente dall’entità dell’anticipo (che può variare entro certi limiti) e dal periodo per il quale lo si percepisce: in questa pagina sono presenti alcuni esempi ricavati dal simulatore e riferiti al trattamento lordo, ma approssimativamente se l’Ape corrisponde al 75% della futura pensione netta la riduzione di quest’ultima si aggirerà sul 5% per ciascun anno di anticipo. Queste somme includono però anche il capitale di cui si è fruito: misurando l’onere in termini strettamente finanziari il costo netto si aggira sull’1,5 l’anno. Possono richiedere l’Ape lavoratori dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi e iscritti alla gestione separata Inps: servono 63 anni di età e non più di 3 anni e 7 mesi dal diritto alla pensione. L’anticipo è compatibile con l’attività lavorativa e con l’Ape sociale (l’indennità riservata ad alcune categorie di lavoratori) ma non con un’altra pensione diretta. Per la domanda di certificazione va presentata sul sito Inps con il Pin dell’istituto o con le credenziali Spid, la domanda vera e propria di Ape solo con queste ultime. 

«Parte finalmente la sperimentazione che si rivolge ad un bacino potenziale di 300 mila persone e ha nel bilancio pubblico risorse per garantire l’anticipo a più di 100 mila» commenta Stefano Patriarca, esperto del team economico di Palazzo Chigi che ha lavorato assiduamente al progetto. «Speriamo che le banche aderiscano e siano numerose - aggiunge Patriarca - per consentire a chi vuole di avere un anticipo che consente di uscire dal mercato del lavoro anche 3 anni prima pagando sì un costo, ma limitato». Gli istituti che partecipano sono per il momento Intesa-Sanpaolo e Unicredit.
 
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