«Questo è un mondo chiamato desiderio», lo scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi e il suo ultimo libro “Uno zero”

«Questo è un mondo chiamato desiderio», lo scrittore anglo-pakistano Hanif Kureishi e il suo ultimo libro “Uno zero”
di Francesco Musolino
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Martedì 23 Maggio 2017, 01:13 - Ultimo aggiornamento: 26 Maggio, 15:12
«Evviva Macron. Finalmente ha sdoganato il fascino delle donne mature e il loro erotismo». Parola di Hanif Kureishi. Il 62enne autore anglo-pakistano – che nel ’90 esordì con Il Budda delle periferie, è stata una delle star della trentesima edizione del Salone del Libro di Torino, dove ha presentato il suo nuovo romanzo, Uno Zero, edito da Bompiani (pp. 128, 16 euro) in cui racconta un triangolo amoroso. La voce narrante è quella di Waldo, un regista anziano e malato con un passato sfavillante. Ormai malato e immobilizzato a letto, assiste alla torbida passione che scoppia fra sua moglie, la sessantenne Zee e un giovane e spiantato giornalista, Eddie. E tutto accade sotto il suo stesso tetto, nella stanza accanto, relegandolo rapidamente ai margini della scena con cinismo ma senza rinunciare alla libido. «È la storia di un mondo che va in frantumi, come per la Brexit», afferma Kureishi in un albergo a due passi dal Lingotto. Indossa una t-shirt, jeans, sneakers e diversi braccialetti e sul tavolo c’è un paio di occhiali da sole, rigorosamente total black che completano un azzeccato look anticonformista.

Lei scrive che “la bellezza è l’unica cosa che non si può comprare”. Una provocazione? 
«Così la pensa Waldo, un regista che ha trascorso la propria esistenza a stretto contatto con persone dall’aspetto estetico sfavillante. E mi creda, può essere un’esperienza sconvolgente». 

Le è capitato?
«Ai tempi di My Beautiful Laundrette ho frequentato quell’ambiente di corpi sfavillanti e spesso uscivo con Daniel Day-Lewis. Ovunque andassimo c’erano sempre delle donne che mi avvicinavano, disposte a tutto per conoscerlo. Credo davvero che i belli vivano un’esperienza del mondo diversa e l’ho visto accadere con i miei occhi, si fidi».

Lei non ha l’impressione che oggi l’eros sia sottovalutato, svilito?
«Ha ragione, un corpo vestito o velato, talvolta è molto più seducente di un nudo frontale. Semplicemente perché scatena la nostra immaginazione, ci spinge ad immaginare cosa potrebbe accadere, scoprendo la pelle un centimetro alla volta. Oggi più che mai la società vorrebbe che fossimo esemplari omologati, dal cibo ai consumi e persino il corteggiamento sembra fuori moda». 

Quanto conta l’erotismo nei suoi libri?
«Da un punto di vista narrativo ciò che mi importa del sesso è il significato che assume per i miei personaggi, non il mero atto fisico ma l’impatto emotivo che ha sulla loro vita, dai venti ai settant’anni, oscillando fra desiderio e libido, fra piacere e diniego».

Al centro del triangolo amoroso ha posto una donna di sessant’anni, contesa fra un giovane e un uomo anziano. Il mondo sta cambiando? 
«Sì, l’ideale erotico sta radicalmente mutando. Negli anni sessanta pensavamo che i quarant’anni fossero la via del tramonto, oggi invece ho un caro amico che ha appena divorziato e a settantacinque anni si è felicemente risposato. Consideriamo i sentimenti in modo più flessibile, viviamo le passioni senza inibizioni. O almeno dovremmo provarci».
 
Soprattutto i tabloid inglesi hanno sottolineato la grande differenza di età fra il presidente francese, Emmanuel Macron e sua moglie, Brigitte Trogneux, Che ne pensa?
«Innanzitutto mi lasci dire che è una bellissima donna e la loro unione è la cosa più interessante che sia successa in Francia negli ultimi dieci anni. La Francia ha avuto Brigitte Bardot e François Truffaut ma da anni era diventato un paese così noioso!»

La morale può entrare in camera da letto?
«La società ci ha imposto un’idea convenzionale dei rapporti sentimentali che dovrebbero essere esclusivamente eterosessuali e fra coetanei. Ma la vita vera è assai diversa, ricca di cose strampalate e feticismi. Macron non prova alcuna vergogna e io sono felice per lui».

C’è un collegamento fra l’eros e la creatività? Dobbiamo assecondare i desideri o censurarli?
«Vede, Waldo è anziano e malato ma non ha affatto perso i suoi appetiti e pur di capire cosa accade in casa sua non esita a tramutarsi in un detective come James Stuart in La finestra sul cortile. Senza eros e libido la nostra vita diventerebbe noiosa e terribilmente apatica». 

Le cose più strane accadono sotto il tetto coniugale?
«Assolutamente. Waldo ama immensamente la moglie ma per lei è solo un impiccio sulla via della felicità. Cercano di ucciderlo più volte, si godono i suoi soldi e intanto se la spassano al piano di sotto. Proprio come la Brexit…
La Brexit? In che senso?

«Ci hanno illuso che il nostro fosse un mondo perfetto e affidabile ma hanno tradito la nostra fiducia e tutto sta andando in pezzi sotto i nostri occhi».

È preoccupato per l’avvenire?
«Decisamente sì». 
 
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