Roma, salta il tavolo anti-declino
Calenda: «La Raggi rema contro»

Roma, salta il tavolo anti-declino Calenda: «La Raggi rema contro»
di Simone Canettieri
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Venerdì 16 Febbraio 2018, 00:19 - Ultimo aggiornamento: 19:55

Ministro Carlo Calenda, la sindaca Raggi dice che il suo è un bluff elettorale. 
«Polemica assurda, in questi mesi di tribolazioni, da parte di Raggi non è arrivata mai una risposta di merito, e questa volta è lo stesso. La mia lettera aveva punti precisi e un invito a incontrarsi anche con Zingaretti. Lei, invece, non ha risposto nel merito ma con accuse strampalate».

La sindaca sostiene che le parole del Mise non vanno in bilancio.
«Sul sito del Mise è disponibile la presentazione condivise con lei che riporta una per una le fonti di finanziamento per i singoli progetti che il Comune non ha mai presentato. Io ho iniziato questo tavolo per dare una mano alla città alla città, su richiesta dei sindacati».

Poi cosa è successo? 
«Ho usato molto fairplay con Raggi dicendo che la situazione di Roma non era colpa sua. E’ stato un infinito calvario, lei non dà risposte, non si presenta alle riunioni, quando c’è fa scena muta, siccome mi sembra di intuire dalle sue risposte e dal suo comportamento che ritiene il tavolo inutile, lo chiudiamo».

Ma tecnicamente ora cosa succede? Saltano tutti i progetti? Allora la sua è una ripicca.
«No, i progetti che dovevano andare avanti con il Comune si fermano, quelli con la Regione e gli altri ministeri vanno avanti»

Dov’è il problema nel merito?
«Ho messo 20 persone del mio staff a lavorare per mesi solo per gestire le assolute confusioni del Comune su qualunque materia. Ho coinvolto i colleghi del Governo. Mi sono stancato».

Che farà il Mise per Roma? 
«Lavorerò con le aziende, per lo sviluppo industriale, sulle scuole, dove Raggi non è riuscita a tirare fuori un euro né a fare a lavorare gli uffici, continuerò sulla sicurezza e il decoro con il I municipio».

Saltano gli autobus promessi?
«No, se presenta un progetto che abbia un senso, finora ci sono errori di aritmetica e di pianificazione».

Questa è una guerra politica sulla pelle dei romani?
«No. È la constatazione che non c’è la volontà di mantenere aperto un rapporto istituzionale costruttivo e un grado di incompetenza mai vista in un’amministrazione pubblica con cui ho avuto a che fare».

Non sta esagerando?
«Solo la mia opinione dopo mesi di lavoro, i cittadini si faranno la loro».

Ma la sindaca dice che lei ha solo promesso miliardi.
«Ho sempre detto che i soldi sarebbero arrivati sui progetti. Così come funziona ovunque».

E’ una guerra al M5S?
«No, pensavo che Raggi, come per esempio la sindaca Appendino a Torino con il G7, capisse il valore istituzionale di lavorare insieme. La differenza è marcatissima. Da una parte c’è una sindaca che capisce che ha un ruolo istituzionale, dall’altra no. Ora andasse avanti Raggi per conto suo, non si può aiutare Roma a dispetto del Comune: è impossibile».

Ministro, dal M5S insistono: lei fa campagna elettorale. 
«Ma figuriamoci... Non sono candidato, non sono in campagna elettorale, sto dando una mano al centrosinistra prevalentemente al Nord. Non me ne importa nulla delle beghe politiche romane».

Cosa succederà con il nuovo Governo?
«Per me la storia finisce qui. Le avevo anche proposto di istituzionalizzare per garantire la collaborazione in futuro».

E lei? 
«Non mi ha risposto. Si vede che il suo interesse è zero. Raggi ha usato questo tavolo come una tribuna per attaccare il governo. Mi dispiace di non aver dato retto a chi mi diceva di non perderci tempo».

Il Pd era molto scettico, vero?
«Sì, mi avevano avvisato: con lei non si cava un ragno dal buco».

Il primo campanello: la riunione con la sindaca che le dava del lei?
«No, ma per ma va bene anche il voi! Il primo campanello è stato quando la rincorrevo e non rispondeva al telefono, il secondo quando ho riunito le aziende più importanti di Roma e non si è presentata mentre sono rimasto al tavolo e ho saltato un consiglio dei ministri e quando l’ho incontrata mi ha detto ‘non vengo alle riunioni tecniche’».

Perché?
«Non so. Forse si sente il segretario generale delle Nazioni unite. Mai incontrato un combinato disposto di arroganza e incompetenza simile. Questa città con questo sindaco non si salva».

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